È allarme disagio psichico tra i bambini e gli adolescenti. Una problematica che la pandemia ha inasprito come è stato osservato in molti Distretti. Nel corso della terza giornata del XX Congresso Nazionale CARD, ha suscitato quindi molto interesse la relazione del dottor Giorgio Tamburlini del Centro per la Salute del Bambino onlus, invitato in quanto esperto di salute nella popolazione di età pediatrica ad offrire riflessioni sugli esiti delle vicende pandemiche in questa fascia di età. Il gruppo di Tamburlini si era espresso molte volte durante la pandemia sui rischi connessi alla scelte restrittive e di isolamento dei bambini e degli adolescenti, evidenziandone i certi effetti collaterali.
Come previsto, questi si sono purtroppo verificati.
Gli scenari. I dati portati da Tamburlini mostrano che la prevalenza in età scolare di problemi di salute mentale in Italia (pre Covid) era del 16.8 %, di cui almeno il 30% con due o più problematiche. Il trend era in aumento già prima della pandemia ed è peggiorato nel suo protrarsi: i servizi di NPIA riportano un aumento di richieste e di ricoveri nel range dal minimo del 30% ad un massimo del 100%, a scuole chiuse. A scuole riaperte, la riduzione appare modesta. (Meda N, Pardini S, Slongo I, et al. Students’ mental health problems before, during, and after COVID-19 lockdown in Italy. J Psychiatr Res 2021;134:69-77. doi:10.1016/j.jpsychires.2020.12.045).
Altri dati confermano l’allarme: una metanalisi di 29 studi, per un totale di 80.879 casi, documenta che la prevalenza di sintomi rilevanti di depressione e ansia sono significativamente più elevati rispetto a quelli riportati prima dell’inizio della pandemia. In particolare, prima: 8,5% depressione e 11,6% ansia. Durante e dopo: 23.8% per la depressione e 19% per l’ansia. (Racine N, McArthur BA, Cooke JE, Eirich R, Zhu J, Madigan S. Global prevalence of depressive and anxiety symptoms in children and adolescents during COVID-19: a meta-analysis. JAMA Pediatrics. August 9, 2021. doi:10.1001/jamapediatrics.2021.2482.)
Sono ormai evidenti i fattori causali e contributivi in corso di pandemia: la perdita prolungata di punti di riferimento sociali e affettivi (la presenza a scuola e in altre attività socializzanti); i molti elementi contestuali contingenti che hanno generato ansia, sia legati alla malattia che al suo contenimento e depressione, che, ad eccezione dei lutti familiari, sono quasi tutti legati alle misure di contenimento. Certamente un ruolo significativo hanno giocato l’aumento di fragilità familiari (stress, eventi avversi, patologie genitori e conflitti), la carenza di beni essenziali, le difficoltà economiche (sono noti i dati di perdita del lavoro e decurtazioni dei salari), l’accesso problematico a internet, quando a ciò si affidava un ruolo sostitutivo delle relazioni interpersonali dirette (a scuola e fuori dalla scuola), così come certamente un peso importante lo hanno determinato anche le aumentate difficoltà di accesso ai servizi (tutti ricordiamo le restrizioni e le chiusure).
I gap territoriali nell’accesso ai servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza. In particolare, Tamburlini si è soffermato sulla situazione dell’accesso ai servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza (NPIA). Ha evidenziato le grandi disparità tra territori (molte tra Nord e Sud Italia). Oggi sappiamo che un utente su due non riesce ad accedere ai servizi; due su tre non ricevono gli interventi di cui avrebbero necessità. Accade che due su tre sono ricoverati in reparti non appropriati (intesi anche come ricoveri anche nei reparti di pediatria generalista). Infine, anche in questo settore si registrano liste di attesa di mesi, spesso anni, per ricevere interventi terapeutici essenziali (inclusi quelli di psicoterapia).
“È importante tenere conto che le radici dei problemi di salute mentale – ha sottolineato Tamburlini – si possono già trovare in epoca molto precoce, sia prima che immediatamente dopo la nascita. In questo senso, lo studio longitudinale ALSPAC (UK) condotto su 13.800 bambini dalla gravidanza fino a 20 anni ha dimostrato una associazione tra stato di ansia materna pre e postnatale e disordini emotivi e della condotta a 4 anni, con una probabilità di due volte maggiore se prenatale, e di 1.5 volte se postnatale”. Altri studi hanno confermato l’influenza di esposizioni pre e post natali sullo sviluppo del bambino. Tutto ciò impone di riconsiderare questo tipo di bisogni e di situazioni in modo ben diverso da quanto accaduto fino ad ora, attuando interventi di prevenzione e individuazione precoce già a partire dai primi mille giorni. La pandemia ha infatti evidenziato, accentuandoli, problemi troppo a lungo trascurati.
Quali le lezioni apprese dalle vicende Covid-19? Tamburlini ne ha riassunte sette e ha offerto alcune soluzioni.
Bibliografia
EDUCAZIONE, EQUITÀ, EMPOWERMENT 5°Piano di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva - Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza Maggio 2021
Paolo Da Col, Antonino Trimarchi
Centro Studi CARD