Ai fini del calcolo del riparto del Fondo sanitario entrano due nuovi indicatori: il tasso di mortalità degli under 75 e particolari situazioni territoriali (povertà, bassa scolarizzazione, tasso di disoccupazione). È la principale novità della proposta di Mef e Salute sulla nuova metodologia per ripartire tra le Regioni le risorse del Fondo sanitario nazionale. Il nuovo provvedimento, di cui pubblichiamo una bozza, dovrà essere poi sottoposto al vaglio della Conferenza Stato-Regioni. Negli ultimi mesi la necessità di nuovi criteri è stata fortemente caldeggiata dalla regione Campania che ha anche fatto ricorso al Tar contro l’inadempienza del Governo.
Ma ecco come dovrebbe funzionare il nuovo meccanismo di riparto:
Il 99% delle risorse vengono ripartite sulla base dei criteri della popolazione residente e della frequenza dei consumi sanitari per età, applicando il procedimento dettato dai commi dal 5 all’11 dell’articolo 27 del Dlgs 68/2011. Questo è stato il sistema con fin ad ora sono state ripartite le risorse ma che manca ancora del provvedimento di definizione dei costi standard che giace inattuato da 10 anni.
In seconda battuta, ecco la prima novità: lo 0,5% delle risorse viene ripartito in base al tasso di mortalità della popolazione under 75 anni.
Infine, per il restante 0,5% delle risorse verranno usati gli indicatori che tengono conto delle particolari situazioni dei territori (povertà, bassa scolarizzazione, tasso di disoccupazione).
In sostanza non si tratta di una rivoluzione ma di un piccolo passo nella direzione auspicata fortemente dalle regioni del Sud. Vedremo se basterà a convincere la Campania che su questa partita non sembra intenzionata a cedere.
Luciano Fassari