“Mancano le risorse, indicazioni specifiche delle risorse da investire, individuazione della tempistica e degli indicatori di monitoraggio, nonché di governance e poi è stata eliminata la misura che consentiva l’esenzione temporanea dal ticket per sospetto diagnostico”. È lungo l’elenco delle criticità del nuovo Piano oncologico nazionale 2022-2027 (appena trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni) che le associazioni dei malati di cancro rappresentate da Favo e Aimac hanno messo nero su bianco in un documento inviato al Ministero della Salute in cui si chiede “un’apertura a un dialogo costruttivo, ad oggi purtroppo negato, al fine di integrare l’egregio lavoro svolto in termini di individuazione degli obiettivi con quei parametri mancanti che di fatto vanificherebbero il valore e soprattutto la realizzabilità effettiva del PON, rendendolo soltanto un Documento tecnico scientifico di evidente spessore ma privo di efficacia e di operatività”.
Sono tanti i nodi non sciolti denunciati dalle associazioni tra cui anche quella dell’eliminazione dell’esenzione temporanea dal ticket per sospetto diagnostico che era presente nella prima bozza pubblicata da Quotidiano Sanità e che indubbiamente rappresentava un grande passo in avanti nel campo della prevenzione.
Ma non solo, le associazioni denunciano anche come “la mancata indicazione di risorse specifiche mirate ad affrontare gli obiettivi strategici rendono inattuabile quanto indicato”. E ancora: “Sul PDTA nessuna indicazione viene riportata sulle risorse indispensabili per coprire le figure necessarie quali il case manager, psicologi, nutrizionisti, fisiatri, assistenti sociali, ecc”.
Altra criticità riguarda la psico-oncologia per cui però “mancano la stima del bisogno, il numero di psiconcologi necessari ad assicurare il servizio rispetto a quelli attualmente in organico, la tempistica di attuazione e le risorse per il percorso di presa in carico psicologica. Il riferimento al bonus psicologo previsto dal decreto sostegni bis ed inserito nell’ultima versione del PON non può ritenersi una misura strutturale adeguata e specifica che possa soddisfare il fabbisogno di assistenza psico-oncologica come descritta e motivata nella bozza di PON”.
“Pur apprezzando lo sforzo e l’impegno delle DG competenti – scrivono le associazioni - si ritiene necessario ed opportuno ribadire la mancata corrispondenza tra lo Europe’s Beating Cancer Plan e il Piano Oncologico nazionale per assenza, in quest’ultimo, di pianificazione e programmazione specifica in termini di rilevazione del fabbisogno, indicazioni specifiche delle risorse da investire, individuazione della tempistica e degli indicatori di monitoraggio, nonché di governance”.
“Aspetti questi imprescindibili e condivisi anche da altri componenti del Tavolo per raggiungere l’obiettivo di salvare 3 milioni di vite umane e aumentare la percentuale di sopravvivenza dall’attuale 47 al 75% entro il 2030, definito dalla Mission on Cancer e dal Europe’s Beating Cancer Plan. Il mancato allineamento mette anche a serio rischio la possibilità di accedere ai relativi finanziamenti di oltre 4 miliardi di euro del Piano europeo, nonché alle altre risorse puntualmente allocate dalla Commissione Europea nella Mission on Cancer”, concludono Favo e Aimac.
Qui di seguito tutte le criticità sollevate da Favo e Aimac:
Luciano Fassari