Decreto Bladuzzi: Acoi-Sic: “DL individua molti problemi ma non tutte le risposte
Governo e Parlamento aprano un confronto con le società scientifiche per migliorare il decreto del ministro Balduzzi. È la richiesta che arriva dall’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani e della Società italiana di Chirurgia alla politica per migliorare il Dl che arriva dopo anni di immobilismo
28 AGO - "Di fronte a decenni di immobilismo non possiamo che guardare con interesse ad un decreto che individua alcune criticità del servizio sanitario seppur senza trovare le risposte adeguate”.
A dichiararlo sono Luigi Presenti e Gianluigi Melotti, presidenti dell'Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani e della Società italiana di Chirurgia.
Secondo l’Acoi e il Sic “gli interventi sulla responsabilità professionale, la maggiore trasparenza sulle nomine dei primari che prevedono una maggiore rilevanza della qualità professionale, e la maggiore responsabilizzazione dei clinici attraverso l'attività del collegio di direzione nella gestione strategica fanno prefigurare un contesto che necessita ancora di modifiche radicali, ma che va nella giusta direzione per garantire una migliore qualità dei servizi. Non ci troviamo di fronte ad una vera e propria riforma del sistema sanitario nazionale, riforma che sarebbe non solo auspicabile ma necessaria, ma ad un primo passo di modifica delle precedenti norme”.
Quindi che fare? “Per trovare le risposte adeguate – suggeriscono Presenti e Melotti – il Ministro e il Parlamento dovrebbero aprire un confronto con i professionisti che ogni giorno lavorano assicurando un alto livello delle prestazioni sanitarie all'interno di un ambito ormai inadeguato, incapace di affrontare con successo le sfide della modernità e dell'organizzazione dei servizi ospedalieri”.
“Chiediamo, ancora una volta, al Ministro Balduzzi di ascoltare le nostre proposte, che derivano da una profonda conoscenza del sistema sanitario nazionale, dei suoi punti di forza e delle sue debolezze. La politica – concludono Presenti e Melotti – non può limitarsi ad esercitarsi nella ragioneria, ma dovrebbe porsi il nostro stesso obiettivo: garantire la migliore qualità dei servizi, razionalizzando la spesa senza derogare alla centralità della persona nel sistema sanitario nazionale”.
28 agosto 2012
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