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Decreto Balduzzi. Carpino (Aaroi): “Bene riforma del territorio. Critici sull’intramoenia” 


Per il presidente dell’associazione degli anestesisti rianimatori il provvedimento è positivo nella parte che affronta la riforma della sanità territoriale mentre vi sono criticità sulla libera professione. “Intramoenia è trasparente solo se svolta negli ospedali”.

28 AGO - “Il Decreto Balduzzi è un provvedimento corposo che ci riguarda direttamente solo in alcune parti. Tra queste – afferma Vincenzo Carpino, presidente dell’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica – quella che ha una ricaduta maggiore sulla nostra quotidianità, è di certo la regolamentazione dell’assistenza territoriale”.
 
“Maxi ambulatori aperti tutti i giorni 24 ore su 24 in cui trovare anche pediatri, guardie mediche e specialisti  in grado di fare esami come ecografie ed elettrocardiogrammi possono significare, finalmente, un reale alleggerimento dei Pronto Soccorso. Se un sistema di questo tipo andasse a regime, la maggior parte dei codici bianchi e verdi non arriverebbero in Ospedale con dei vantaggi sia per l’utenza, che avrebbe attese più brevi e maggiori disponibilità di posti letto, che – precisa il dott. Carpino – per noi medici. Lo stress – aggiunge – è infatti uno degli aspetti che maggiormente ci troviamo a gestire nelle nostre giornate lavorative. Una riorganizzazione territoriale che abbia ricadute positive sul Pronto Soccorso, probabilmente il reparto che comporta per noi il maggiore livello di stress, ci permetterebbe di gestire in maniera diversa i pazienti più gravi e che necessitano di maggiori attenzioni”.
 
Una critica invece l’Aaroi-Emac la riserva alla regolamentazione della libera professione, una materia sulla quale il tira e molla va avanti da ormai parecchi anni. Il “Decreto Balduzzi” prevede che per l’esercizio della libera professione le Aziende Sanitarie possano, se necessario,  acquisire o affittare spazi al di fuori degli Ospedali o presso studi professionali collegati in rete. “Noi pensiamo invece che l’attività libero professionale possa essere meglio controllata e più trasparente – anche e soprattutto per l’utenza – solo se svolta all’interno degli Ospedali”.
 

28 agosto 2012
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