Puntare all’autosufficienza di sangue e plasma. È questa ormai la parola d’ordine non solo per il nostro Paese, ma anche per tutta l’Europa. In Italia l’obiettivo è stato raggiunto per la raccolta di sangue, anche se le condizioni di carenza periodica in diverse Regioni si fanno più frequenti specie in alcuni periodi dell’anno. Invece per il plasma e gli emoderivati, nonostante siano stati già ottenuti buoni risultati, di strada da fare ce ne resta ancora. La grande sfida è quindi avvicinare quella parte del Paese che raccoglie plasma a livelli molto elevati a quella che presenta saldi negativi e raggiungere un indice di conferimento di oltre 18 Kg ogni mille abitanti l’anno a fronte degli attuali 14 kg.
Ecco quindi che è pronto per l’esame della Conferenza Stato Regioni il “Programma nazionale per l’autosufficienza del sangue e dei suoi prodotti 2022”. Un documento che individua consumi storici, fabbisogni e livelli di produzione necessari e definisce le linee di indirizzo per il monitoraggio dell’autosufficienza, per la compensazione regionale e il miglioramento di qualità, appropriatezza e sostenibilità del sistema.
Sul solco di quando tracciato lo scorso anno, nel programma del 2022 si ricorda che i dati di autosufficienza di sangue e plasma dei globuli rossi non sono più analizzati separatamente per il frazionamento industriale, ma attraverso un modello di programmazione con obiettivi di produzione differenziati a seconda della diversa resilienza della Regioni. Si ribadisce inoltre che per fotografare possibili scostamenti dagli obiettivi da raggiungere, e quindi mettere in atto eventuali correttivi, verranno effettuati monitoraggi trimestrali da parte del Centro nazionale sangue i cui esiti saranno valutati insieme al ministero della Salute, Srs e Associazioni di donatori volontari con il contributo delle Associazioni dei pazienti.
La parola d’ordine è sostanzialmente ridurre il gap tra Regioni, le quali sono state raggruppate in tre gruppi. E quindi l’obiettivo per il 2022 è incrementare l’attività di raccolta per quelle che segnano il passo e nel contempo far sì che tutte le Regioni si impegnino a mantenere la scorta per le maxi-emergenze come stabilito dall’intesa Stato regioni del 2016.
Il primo gruppo raccoglie quelle regioni (Calabria, Campania Lazio e Molise) con un indice di conferimento di plasma inferiore a 18Kg/1000 abitanti l’anno e con un indice di raccolta di sangue intero inferiore a 40 unità ogni mille abitanti o con carenze durante alcune stagioni, ma persistente negli anni e tali da richiedere un’azione di compensazione interregionale.
Nel secondo ci sono le Regioni con un indice di conferimento di plasma inferiore a 18Kg/1000 abitanti l’anno, ma con un indice di raccolta di sangue intero superiore alle 40 unità ogni mille abitanti, quindi autosufficienti e in grado di dare importanti contributi. Un gruppo che va però ulteriormente suddiviso tra quelle il cui conferimento di plasma è comunque superiore alla media nazionale (Liguria, Lombardia, Pa Bolzano, Piemonte e Toscana) e quelle in cui è invece inferiore (Abbruzzo, Basilicata, Pa Trento, Puglia, Sardegna e Sicilia).
Infine il terzo gruppo, formato dalle regioni Benchmark, composto da Emilia Romagna, FVG, Marche, Valle D’Aosta e Veneto) i cui valori di conferimento di plasma e globuli rossi sono invece superiori agli indici indicati.
E.M.