Ancora nessuna soluzione concreta, all’esito dell’incontro tenutosi mercoledì 13 aprile presso il Ministero della Salute tra i rappresentanti dei precari dell’Agenzia del farmaco, il Ministero stesso e i vertici dell’Agenzia.
“Abbiamo convenuto – sottolineano i precari in una nota - che l’unica strada percorribile, per non perdere il patrimonio di competenze ed esperienze dei circa 50 lavoratori precari i cui contratti di collaborazione o di lavoro somministrato verranno a scadenza il prossimo 30 giugno, è intervenire tempestivamente sulla norma che inibisce alla sola Agenzia del farmaco di prorogare detti contratti”.
“Una norma insensata e discriminatoria – rimarcano -, se solo si considera che non solo introduce una ingiusta discriminazione rispetto ad altre amministrazioni dello Stato, ma non tiene neanche conto del fatto che l’Agenzia ha un organico ancora ampiamente sottodimensionato rispetto alle omologhe autorità europee e ha visto negli anni un sensibile incremento delle proprie competenze e responsabilità. Basti pensare all’enorme mole di lavoro che AIFA ha dovuto sostenere in questi lunghi due anni di pandemia”.
“Abbiamo tuttavia sottolineato – prosegue la nota - che ogni eventuale proroga dei nostri contratti sarebbe solo un salvagente temporaneo, certamente indispensabile per non lasciare noi senza lavoro e l’Agenzia priva di professionalità indispensabili al proprio regolare funzionamento, ma la soluzione del problema del precariato in AIFA passa necessariamente per un intervento strutturale che ponga fine a questo indegno precariato che affligge noi e la stessa Agenzia da molti anni.
Auspichiamo dunque che la consapevolezza emersa nell’incontro di mercoledì sia in grado di attivare, per una volta, un meccanismo virtuoso di collaborazione tra le amministrazioni dello Stato coinvolte che finora è mancato e che si cominci finalmente a ragionare in un’ottica di tutela dei lavoratori e degli interessi pubblici coinvolti. Noi continuiamo a lottare”.