Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha messo online tutti i documenti del nuovo Def 2022 approvato mercoledì scorso dal Governo.
Per la sanità le informazioni più interessanti sono come sempre quelle inserite nella Sezione II “Analisi e tendenze della finanza pubblica” che riporta la stima della spesa sanitaria per l’anno in corso e le previsioni per il prossimo triennio.
Le previsioni, si legge nel documento sono “effettuate sulla base della legislazione vigente” e “assumono come anno di partenza la spesa corrente del 2021 riportata nel Conto economico consolidato della sanità per le amministrazioni pubbliche predisposto dall’Istat nell’ambito dei Conti nazionali”.
In particolare, spiega ancora il documento, esse “scontano gli oneri legati al rinnovo del trattamento economico del personale dipendente e convenzionato con il SSN per il triennio 2019-2021, le spese per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nonché gli impegni pianificati per rafforzare la performance del SSN, anche in termini di tempestività di risposta rispetto alle emergenze sanitarie”.
Previsioni per l’anno 2022
La spesa sanitaria prevista per il 2022 è pari a 131.710 milioni, con un tasso di crescita del 3 per cento rispetto all’anno precedente.
Nel dettaglio, la previsione evidenzia:
• per i redditi da lavoro dipendente un livello di spesa pari a 41.969 milioni, equivalente a una crescita del 9,9% rispetto al 2021. Tale aumento è fondamentalmente dovuto a due ordini di motivi. Il primo concerne i maggiori costi, preordinati a legislazione vigente, da destinare soprattutto alle assunzioni, ai miglioramenti economici e alla definizione di nuovi ordinamenti professionali. Il secondo, invece, riguarda gli oneri relativi al rinnovo contrattuale per il triennio 2019-2021 del personale non dirigente degli enti del SSN;
• per i consumi intermedi un livello di spesa pari a 43.922 milioni, con un incremento dell’1,8 per cento rispetto al 2021. L’aumento è dovuto ai prodotti farmaceutici per i quali si stima una crescita del 6,9 per cento. Quest’ultima è imputabile alla rideterminazione del tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti, all’incremento del fondo per il concorso al rimborso dei farmaci innovativi nonché all’ipotesi prudenziale di un minore incasso di pay-back in ragione dei contenziosi amministrativi da parte delle aziende farmaceutiche.
Le altre componenti dei consumi intermedi mostrano, invece, un decremento dello 0,3 per cento. La diminuzione è di fatto attribuibile all’ipotesi di una minore incidenza nel 2022 di costi analoghi a quelli sostenuti nel corso del 2021 dal Commissario di cui all’articolo 122 del decreto legge n. 18 del 202085. Pertanto, al netto della succitata considerazione, il valore delle altre componenti dei consumi intermedi risulta essere superiore a quello registrato nel 2021;
• per le prestazioni sociali in natura corrispondenti a beni e servizi prodotti da produttori market un livello di spesa pari a 41.855 milioni, in leggera crescita rispetto all’anno precedente (+0,1%). Con riferimento alle singole componenti dell’aggregato:- per l’assistenza medico-generica è prevista una spesa pari a 6.862 milioni, in calo del 4,1 per cento rispetto al 2021. La riduzione è attribuibile alla cessazione di alcuni oneri preordinati per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19. Non sono, inoltre, scontati i costi relativi al rinnovo delle convenzioni per il triennio 2019-202189 in quanto ipotizzate perfezionabili nel 2023;
- per le altre prestazioni sociali in natura acquistate da produttori market è prevista una spesa pari a 27.480 milioni, leggermente superiore a quella dell’anno precedente (+0,6%), anche alla luce dei maggiori oneri preventivati per il recupero delle liste d’attesa91;
• per le altre componenti di spesa è prevista una quantificazione pari a 3.964 milioni. La consistente diminuzione di tale aggregato rispetto al 2021 è essenzialmente legittimata dall’ipotesi di crescita delle poste di sterilizzazione della spesa relative alla produzione di servizi vendibili e alle vendite residuali supponendo una potenziale ripresa dell’ordinaria attività assistenziale delle strutture sanitarie.
Previsioni per il triennio 2023-2025
Nel triennio 2023-2025, la spesa sanitaria è prevista decrescere a un tasso medio annuo dello 0,6 per cento; nel medesimo arco temporale il PIL nominale crescerebbe in media del 3,8 per cento.
Conseguentemente, il rapporto fra la spesa sanitaria e PIL decresce e si attesta, alla fine dell’arco temporale considerato, ad un livello pari al 6,2 per cento.
La minore spesa riscontrabile nel 2023 è dovuta fondamentalmente al venir meno degli arretrati per il rinnovo del triennio 2019-2021 dei contratti del personale non dirigente degli enti del SSN nonché alla cessazione dei costi analoghi a quelli sostenuti negli anni precedenti dal Commissario di cui all’articolo 122 del decreto legge n. 18 del 2020.
I due effetti risultano parzialmente attenuati dai maggiori oneri indotti dal rinnovo dei contratti dei dirigenti degli enti del SSN e delle convenzioni per il triennio 2019-2021.
Nel 2024, invece, la riduzione è attribuibile soprattutto alla mancata imputazione degli arretrati relativi ai contratti e alle convenzioni ipotizzati essere stati perfezionati l’anno precedente.
La previsione riflette anche:
• la dinamica dei diversi aggregati di spesa coerente con gli andamenti medi registrati negli ultimi anni;
gli interventi di razionalizzazione dei costi già programmati a legislazione vigente;
• la spesa sanitaria corrente per l’attuazione del PNRR;
• la parziale contabilizzazione degli oneri per il rinnovo dei contratti93 e delle convenzioni del personale del SSN per il triennio 2022-2024 che implicheranno un aumento della spesa successivamente al perfezionamento di tali accordi.