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Covid. Per le quarte dosi si parte dal 1º marzo. Verrà offerta a circa 900 mila persone. Ecco le indicazioni di Figliuolo


La quarta dose verrà offerta a tutti i soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria, per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici e ai soggetti sottoposti a trapianto di organo solido di età pari o superiore a 12 anni, che abbiano già completato il ciclo vaccinale primario con tre dosi (di cui la terza addizionale), dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 giorni) dalla dose addizionale stessa. LE INDICAZIONI

21 FEB - A partire dal prossimo 1° marzo sarà possibile somministrare un’ulteriore dose di vaccino come richiamo (booster) a tutti i soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria, per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici e ai soggetti sottoposti a trapianto di organo solido di età pari o superiore a 12 anni, che abbiano già completato il ciclo vaccinale primario con tre dosi (di cui la terza addizionale), dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 giorni) dalla dose addizionale stessa. Questa ulteriore dose di vaccino anticovid verrà offerta ad una platea di 889.999 persone.
 
Queste le indicazioni fornite dal commissario all'emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, alle Regioni. 
 
Quanto all'individuazione dei soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria, nel testo si richiama alla circolare ministeriale del 14 settembre 2021. In quel documento venivano incluse le seguenti condizioni:
sono incluse le seguenti condizioni (che potranno essere aggiornate sulla base di evidenze disponibili):
- trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;
- trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica);
- attesa di trapianto d’organo;
- terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CAR- T);
- patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure;
- immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.);
- immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.);
- dialisi e insufficienza renale cronica grave;
- pregressa splenectomia;
- sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con conta dei linfociti T CD4+ < 200cellule/μl o sulla base di giudizio clinico.

21 febbraio 2022
© Riproduzione riservata
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