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Covid. Regioni in pressing sul Governo per allentamento misure di isolamento per i vaccinati. I dubbi del Ministero della Salute


Eliminare il tampone dopo i 7 giorni di isolamento per i vaccinati asintomatici. Non inserire i positivi asintomatici nel conteggio quotidiano dei casi e non onteggiare come ricoveri Covid quei pazienti ospedalizzati per altre patologie e poi risultati positivi al tampone. Queste le richieste che le Regioni dovrebbero avanzare al Governo. Proposte sulle quali si registra però lo scetticismo da parte del Ministero della Salute che ha rivisto le regole su isolamento e quarantena appena qualche settimana fa.

13 GEN - Mantenere a sette giorni l'isolamento per i vaccinati asintomatici eliminando però la necessità di un tampone. Non far rientrare i positivi asintomatici nella conta quotidiana dei contagiati rivedendo la definizione stessa di caso di Covid. E, ancora, non conteggiare come ricoveri Covid quei pazienti ospedalizzati per altre patologie e poi risultati positivi al tampone.
 
Queste le principali richieste contenute in una lettera che le Regioni potrebbero inviare al Governo. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sottolinea che “le Regioni, Veneto in testa, chiederanno che la definizione di caso di Covid sia cambiata, in adesione alle linee guida dell'Ecdc. E quindi definendo caso solo chi, oltre ad un tampone molecolare o antigenico positivo presenti anche sintomi influenzali o malattia respiratoria. La perplessità è che se ci sono tanti positivi asintomatici il rischio è che questi infettino, ma a noi sembra che la quota dei sintomatici si stia abbassano molto".
 
Anche per Alessio D’Amato, assessore alla sanità della regione Lazio occorre “normalizzare la gestione della pandemia per i vaccinati oggi significa sburocratizzare” e "si può cambiare il modo in cui vengono presentati, sottolineando quali sono davvero quelli importanti. Negli Stati Uniti i Centers for disease control and revention ( Cdc) hanno semplificato le regole per i positivi asintomatici, penso dovremmo farlo anche noi: dopo 5 giorni di quarantena il positivo senza sintomi deve essere libero di uscire di casa, anche senza tampone e certificato di guarigione. Il suo greenpass non deve essere mai disattivato. Così sarebbe tutto molto più semplice".

"Sarebbe un provvedimento fondamentale - ribadisce D’Amato - invece costringendo queste persone che hanno fatto la terza dose a fare il tampone, facciamo una cosa inutile che per di più sta ingolfando la macchina operativa. Quando scatteranno le nuove regole sul super green pass, senza questi accorgimenti rischiamo di rendere la vita impossibile a tutti”.

Anche per Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, “la vaccinazione sta sortendo effetti molto positivi, e sta contrastando il Covid in modo efficace, quindi coloro che sono asintomatici, e che sono destinati come abbiamo visto negli ultimi 20-25 giorni ad avere leggerissimi sintomi o a non avere sintomi, sono convinto che debbano viverla come un'influenza, senza costruire intorno a loro lo stesso percorso di quarantena che facciamo per coloro che hanno sintomi e devono stare a casa". 
 
Ma al Ministero della Salute almeno per il momento sembra non siano propensi a rivedere in tal senso la definizione di caso di Covid e, soprattutto, a ritoccare nuovamente le modalità di isolamento e quarantena per i casi di Covid dopo la circolare pubblicata appena qualche settimana fa, lo scorso 30 dicembre che già aveva ridotto da 10 a 7 giorni il periodo di isolamento per i vaccinati positivi.
 
Ma c'è chi già sta andando oltre, come la Lombardia che oggi ha annuncianto come, a partire da domani, “sarà in grado di distinguere all'interno dei ricoveri Covid positivi dei propri ospedali, quali ricoveri afferiscono direttamente a una patologia Covid-dipendente (polmoniti e gravi insufficienze respiratorie) e quali invece si riferiscono a pazienti ospedalizzati per altre patologie e poi riscontrati positivi al tampone pre-ricovero”. La Direzione spiega che questa distinzione è finalizzata a dare “una rappresentazione più realistica e oggettiva della pressione sugli ospedali causata dal Covid”. In realtà, però, questa modifica comporterebbe uno stravlgimento dell'attuale conteggio delle ospedalizzazioni e quindi l'allontanamento, per molte Regioni, di un imminente rischio di zona arancione.
 

13 gennaio 2022
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