Spending review. Grilli assicura: "In sanità meno fondi ma nessun taglio alle prestazioni"
Prima uscita sulla sanità per il neo ministro dell'Economia. L'occasione è il question time di oggi pomeriggio sulle ricadute in sanità della spending review. "Ci saranno importanti economie di spesa e una corrispondente riduzione del fondo sanitario, ma il livello qualitativo e quantitativo dei servizi non cambierà".
18 LUG - “Non chiamateli tagli lineari”. La spending review è un sistema di misure che permette di realizzare “importanti economie”, e quindi “ridurre il fondo sanitario”, ma “senza alcuna incidenza negativa sul livello, sia qualitativo che quantitativo, dei servizi erogati ai cittadini”. A ribadirlo è stato oggi alla Camera il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, rispondendo a un’interrogazione sugli effetti del decreto sulla sanità della Sicilia.
La spending review, ha precisato Grilli, “dispone da un lato in modo diretto e immediato alcune economie di spesa, dall’altro legittima le azioni di riqualificazione ed efficientemento anche strutturale che le Regioni dovranno adottare”. Ed è stata elaborata dopo “un lavoro di indagine accurata sul controllo della spesa in tutte le Regioni”.
Ecco la sintesi dell'interrogazione e il testo integrale della risposta del ministro dell’Economia e delle Finanze.
Interrogazione presentata dagli onorevoli Olivieri, Commercio e Lombardo
Si è chiesto al ministro dell’Economia Grilli quali iniziative il Ministro abbia intenzione di prendere per evitare che i criteri volti alla riduzione dei trasferimenti in materia sanitaria alle regioni per il contenimento della spesa pubblica penalizzino attraverso tagli lineari anche quelle regioni, come la Sicilia, che hanno già avviato un serio processo di revisione della spesa sanitaria.
La risposta del Ministro dell'Economia e delle Finanze, Vittorio Grilli
“Occorre far presente che le Regioni che hanno avviato i piani di rientro sono quelle che strutturalmente presentano ingenti perdite di bilancio, ovvero un eccesso di spesa regionale rispetto al fabbisogno sanitario programmato e al relativo finanziamento disposto con legge nazionale per garantire l’erogazione dei Lea in condizioni di efficienza e di appropriatezza. L’eccesso di spesa, che resta a totale carico dei bilanci regionali e viene finanziato a valere sui gettiti derivati dalla massimalizzazione delle aliquote fiscali regionali Irap e addizionali regionali dell’Irpef.
Obiettivo dei piani di rientro è dunque un generale riequilibrio del sistema di offerta sanitaria delle singole Regioni interessate, diretto ad eliminare inefficienze e ricondurre la spesa effettiva nei limiti del predetto fabbisogno programmato e al correlato finanziamento a livello nazionale per la garanzie dei suddetti Lea.
I recenti interventi di cui al decreto legge 95/2012, la cosiddetta spending review, in materia sanitaria sono diretti a eliminare gli eccessi di spesa registrati dal commissario straordinario per la razionalizzazione delle spesa pubblica introducendo misure, anche per l’acquisto di beni e servizi, idonei a garantire economia di spesa rispetto al fabbisogno sanitario e al correlato finanziamento.
Per tutte le Regioni è stato fatto un lavoro di indagine accurata prendendo atto dello stato dell’arte del controllo della spesa sanitaria. Da tali economie, individuate attraverso questa analisi, deriva un corrispondente abbassamento, per tutte le Regioni e PA, del fabbisogno sanitario da soddisfare, quindi del corrispondente finanziamento, senza alcuna incidenza negativa sul livello dei servizi erogati ai cittadini.
In sintesi, le misure introdotte, impropriamente definite come tagli lineari nell’interrogazione, sono viceversa diretti a efficientare la spesa di tutte le Regioni. In particolare, gli interventi previsti dal art 15 del citato decreto 95/2012 interessano tutte le aree di spesa del Ssn, in quanto riguardano la generalità dei fattori produttivi impiegati: dall’intera filiera interessata dall’erogazione del servizio pubblico (la spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera, la spesa per bene e servizi, la spesa per acquisti di prestazioni di assistenza ospedaliera e di assistenza specialistica e per l’acquisto di funzioni da privati, la spesa per il personale, lo standard dei posti letto, il tasso di ospedalizzazione) disponendo da un lato in modo diretto e immediato alcune economie di spesa, dall’altro legittimando le azioni di riqualificazione ed efficientamento anche strutturale che le Regioni dovranno adottare.
Pertanto il recente impianto normativo, pur determinando importanti economie di spesa e dunque una corrispondente riduzione del fondo sanitario, mantiene inalterato il livello sia qualitativo che quantitativo dei servizi erogati ai cittadini”.
Replica di Savero Oliveri
L'onorevole ha giudicato la risposta del ministro dell’Economia non soddisfacente, e ha sottolineato che i tagli lineari alla spesa penalizzano fortemente le regioni più virtuose. La Sicilia, ha ricordato Olivieri, ha iniziato quattro anni fa la revisione della spesa nel settore della sanità, grazie alle precise scelte del Governo regionale, che ha puntato tutto sulle riforme dei settori nevralgici e sull'efficientamento della macchina burocratica;
18 luglio 2012
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