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Pma Croazia/1. Roccella (Pdl): "Evidenti pressioni dei centri di procreazione"

di Stefano Simoni

La Croazia ha approvato una legge sulla Pma tra le più liberal d’Europa. Secondo l’ex sottosegretario Roccella questa norma è però frutto di pressioni da parte dei centri di Pma che difendono i loro affari. E alle coppie italiane che pensano di recarsi oltre Adriatico dice “occhio alla sicurezza”. 

17 LUG - Onorevole Roccella qual è la sua valutazione sulla recente legge croata in materia di procreazione medicalmente assistita?
Premesso che quello che so l’ho appreso dalla stampa non avendo letto il testo mi pare evidente che la pressione su certe leggi che consentano pratiche meno regolate e quindi più “libere” è immensa. Pressione che non viene dai cittadini ma dai centri di procreazione e dal giro di affari che queste pratiche generano.
 
Lei ha individuato, come dire, un “mandante”?
Non è un mandante, non c’è nulla di male. Ogni categoria fa pressioni per aumentare se possibile i propri profitti. E su questo i giri d’affari sono enormi. Anche le cause davanti ai tribunali sono promosse dai centri. Il punto che va chiarito è la sicurezza delle pratiche. Il nostro governo, quello di cui io ero sottosegretario, ha recepito con cura e attenzione le normative Ue sulla tracciabilità e la sicurezza nelle tecniche di crioconservazione.
 
Sicurezza e tracciabilità. Pensa che la legge croata non rispetti questi criteri?
No, ma tra le ipotesi che si avanzano è che la legge sia stata fatta anche per incentivare il turismo procreativo dall’Italia. Siccome la mia attenzione è prima di tutto per la sicurezza sanitaria nei confronti delle coppie che accedono a queste tecniche vorrei mettere in guardia facendo presente che occorre tener conto anche di questi aspetti. È una preoccupazione che vorrei trasmettere.
 
C’è qualcosa che condivide o che ritiene accettabile di questa legge?
Si, il fatto che le persone hanno diritto alla propria identità biologica, che debbano essere informate su cui siano i propri genitori biologici e di essere figli della provetta. È un diritto che ha a che fare con la propria salute.
 
La legge croata parla di obbligo per i genitori, al raggiungimento della maggiore età del figlio/a, di informare che il concepimento è avvenuto con fecondazione assistita e di rivelare l’identità dei genitori biologici in caso di fecondazione eterologa. Lei è favorevole?
Per forza. È un problema di informazione relativamente alla propria salute. Problema identitario di cui il soggetto deve essere in possesso. Anche chi non è addentro a queste tematiche si rende conto di quanto sia fondamentale avere le conoscenze sul proprio patrimonio genetico che se vengono nascoste, in alcuni casi, possono produrre danni. Molti paesi si stanno orientando in questo senso.
 
C’è un punto, su cui lei credo sia contraria, la donazione degli embrioni.
In Parlamento c’è un progetto di legge che prevede l’adottabilità degli embrioni. Non mi piace parlare di donazione come se fosse un oggetto di proprietà di chi l’ha fatto e lo possa quindi donare. L’embrione non può essere di proprietà. È un figlio e come tale non si può regalare. Il problema di fondo semmai è il problema dell’eugenetica. Alle banche si rivolgono coppie che chiedono figli con determinate caratteristiche, operando quindi una selezione genetica. Addirittura si chiedono informazioni sulla religione e sul Q.I. dei genitori e altre informazioni che sono in contrasto con l’idea della genitorialità come accoglienza gratuita. Ci sono pratiche che sono collegate all’eugenetica: la tecnica preimpianto, e la donazione che poi diventa compravendita di embrioni perché nessuna donna si sottopone a rischi sanitari se non ha una contropartita di tipo economico. La questione è mettere sullo stesso piano le coppie che possono avere figli in modo naturale e le coppie che non possono Una coppia che fa figli naturalmente può scegliere il figlio? No, e quindi neanche chi fa ricorso alla Pma. Una coppia che fa figli in modo naturale può fare l’eterologa? Direi di no visto che si chiama tradimento. Ecco in Italia abbiamo posto sullo stesso piano la genitorialità naturale e quella assistita.
 
Il governo croato difendendo la legge dalle critiche ha ribadito che la norma non è obbligatoria, chi vuole vi si sottopone. Insomma l’esecutivo offre delle opportunità, sta poi alla libertà del cittadino farvi ricorso o meno. Mi sembra un principio importante.
Io invece penso che sia una grande bugia nei confronti dei cittadini. Il governo deve governare non dare opportunità. Un governo deve considerare tutti gli interessi in gioco e tutte le conseguenze sociali delle sue scelte. Altrimenti sarebbe troppo facile lasciare tutte le opzioni aperte. Mi sembra un’idea di liberismo etico e anche un po’ anarchico quella per cui il governo non sceglie e non considera le ricadute sociali. I governi non possono sottrarsi alle responsabilità derivanti dalle proprie scelte e questo vale su tutte le materie, su tutti i campi di applicazione di governo, dall’economia alla sanità.
 
In questi otto anni sulla legge 40 è intervenuta sia la Corte Costituzionale che alcuni tribunali civili. Altri Paesi, l’ultimo caso la Croazia, hanno normative decisamente più permissive. Alla luce di questo lei crede sinceramente che la nostra legge sia ancora oggi la migliore possibile?
Si. Io più vado avanti, più vedo i dati, più guardo quello che accade negli altri paesi e più mi meraviglio di quanto questa legge sia fatta bene, lungimirante e in grado di reggere a tutte le prove. Bisogna vigliare con attenzione per mantenerla. La scorsa settimana è stata presentata in Parlamento la relazione sulla procreazione medicalmente assistita. Le dico solo un dato. Dopo la giusta modifica della consulta che ha eliminato il numero massimo di embrioni da impiantare stabilendo che questa è una scelta che spetta solo al medico, è aumentato il numero di embrioni crioconservati del 2 mila per cento. A fronte di questo incremento non sono però aumentate le nascite. Quindi l’accusa per cui il limite all’impianto di embrioni impediva le nascite si è dimostrata infondata. Questi sono i fatti: aumenti del due mila per cento della crioconservazione a fronte di risultati di bambini nati con un aumento dello 0,6%. Su questa legge sono state dette un sacco di bugie. 

17 luglio 2012
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