Aceti (Tdm): “La responsabilità è innanzitutto del non intervento della medicina del territorio”
06 OTT - “Siamo stupiti che il ministro Lorenzin abbia inviato gli ispettori solo nella struttura ospedaliera del San Camillo, che pure ha delle responsabilità nella mancanza di un sostegno “umano” a questa persona, e non invece sul territorio, dal momento che proprio la medicina territoriale, a partire dall’assistenza domiciliare, è risultata del tutto assente”.
Ha commentato così il coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva,
Tonino Aceti, la decisione del ministro della Salute dopo gli eventi del San Camillo di Roma.
“Questo paziente – ha sottolineato Aceti nel corso della presentazione del Rapporto sullo stato di salute dei Pronto soccorsi italiani – non doveva morire lì e non doveva morire in quel modo. Il ministro ha sbagliato mira inviando una task force di ispettori al pronto soccorso dell’ospedale, probabilmente l’obiettivo doveva essere l’assistenza territoriale”. Infatti, ha sottolineato “il punto è che un malato oncologico terminale in Pronto soccorso non dovrebbe arrivarci proprio poiché dovrebbe essere preso in carico dall’assistenza domiciliare e dai servizi sul territorio.
Il grande problema è che c’è un’enorme inadeguatezza organizzativa e dei gestioni dei servizi”.
Aceti ha poi commentato quanto dichiarato dal ministro su Facebook: “Non ci ci deve focalizzare sulla rete oncologica, ma sulla capacità di risposta dei servizi territoriali, quindi Assistenza domiciliare integrata, Cure palliative domiciliari e cure palliative residenziali. Servivi funzionali alla presa in carico di tutti i malati terminali che non sono solo quelli oncologici”.
06 ottobre 2016
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