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Investimenti in sanità pesantemente influenzati dai tagli


28 MAG - Le risorse destinate al finanziamento dell’edilizia sanitaria sono state interessate negli ultimi anni dai tagli lineari dei capitoli del bilancio dello Stato nell’ambito delle manovre di finanza pubblica adottate dal 2008 in poi. Ciò ha inciso in misura rilevante sull’attuazione degli investimenti già previsti, in contrasto con quanto previsto dall'articolo 1 del Patto per la Salute, che prevedeva un incremento di 1 miliardo per gli investimenti di adeguamento strutturale e tecnologico del Servizio sanitario nazionale. Le manovre di contenimento del fabbisogno (ed in particolar modo il Dl 78/2010, che ha previsto un taglio di circa 1,8 miliardi delle risorse) hanno inciso sui programmi di riorganizzazione dei servizi sanitari, con riferimento soprattutto alle amministrazioni regionali che operano nel quadro dei piani di rientro. Il mancato stanziamento di ulteriori disponibilità ha comunque accentuato i disagi nell'avanzamento dei programmi di investimento anche in quelle realtà, caratterizzate da una forte dinamica nella riorganizzazione delle reti strutturali e nell'ammodernamento delle tecnologie, che avevano completamente utilizzato le risorse loro attribuite ex articolo 20 legge 67/1988. E' quanto emerso nel ‘Rapporto 2013 sul coordinamento della finanza pubblica', presentato questa mattina al Senato dalla Corte dei Conti.

Le risorse destinate agli Accordi di programma sono pari a 15,3 miliardi. Al 31 dicembre 2012 erano stati sottoscritti 59 Accordi di programma per un importo pari a 9,2 miliardi. Le risorse ancora da utilizzare erano pari a 6,1 miliardi. Dal 1° luglio 2010 a fine dicembre 2012 sono stati presentati e perfezionati (compreso il parere del Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici in sanità) 10 Accordi di programma con le Regioni: Molise, Toscana, Lombardia, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Emilia Romagna, Veneto, Valle D’Aosta e Sicilia. Tali Accordi, con quali vengono programmati 355 interventi per complessivi 2,4 miliardi, non sono stati, tuttavia, sottoposti alla Conferenza Stato-Regioni, per l’acquisizione dell’Intesa, a causa delle riduzioni sugli stanziamenti.

Limitato l’operare anche degli altri strumenti dedicati agli investimenti in sanità. Le risorse per il potenziamento delle strutture di radioterapia dalla legge 448/1999 sono pari 15,5 milioni. Ripartiti tra le Regioni e Province Autonome e gli Enti del Servizio sanitario nel dicembre 2001, sono stati ammessi a finanziamento in 28 interventi per un importo a carico dello Stato di 13,7 milioni, pari all’88,2% delle risorse assegnate.
Delle risorse assegnate per il programma libera professione intramuraria dalla legge 88/2000 (826,1 milioni) sono stati ammessi a finanziamento 426 interventi per un importo a carico dello Stato di 755,9 milioni. Delle risorse riservate agli Enti (Irccs, Policlinici universitari, IZS, Osp. Classificati, ISS) , pari a 856,4 milioni, sono state ripartiti e assegnati 831,4 milioni ed ammessi a finanziamento 662,2; ne restano da ripartire e assegnare 25 milioni.

Con riferimento agli accordi di programma, la legge finanziaria 2006 e ha disposto la risoluzione, con la conseguente revoca dei corrispondenti impegni di spesa, per quella parte di interventi la cui richiesta di ammissione al finanziamento non risulta presentata al Ministero della salute entro diciotto mesi dalla sottoscrizione degli accordi medesimi. Annualmente, a seguito di verifica congiunta con le Regioni e Province Autonome, è disposto dal Ministro della salute di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze un decreto di revoca. Le risorse complessivamente resesi disponibili vengono utilizzate per le finalità indicate dall’articolo 1, comma 311, della citata legge 266/2005. Più complesso il caso del Piano straordinario di interventi per la riqualificazione dei grandi centri urbani di cui alla legge 448/1998, per il quale è previsto un finanziamento di 1,2 miliardi (al netto delle riduzioni disposte per 64 milioni).

Il programma registra forti ritardi nella fase di realizzo, principalmente a causa di modifiche nelle scelte progettuali dei governi regionali (Liguria, Piemonte, Lazio) e difficoltà delle regioni nell’utilizzo di somme stanziate a livello centrale: la realizzazione del programma ha, infatti, una connotazione innovativa in quanto non riguarda solamente gli aspetti di edilizia sanitaria, ma tutte le azioni che possono prevedere un consistente miglioramento dell’assistenza sanitaria erogata. Le somme erogate sono a fine 2012 pari a 736,8 milioni, mentre rimangono da pagare 439,6 milioni tutti in perenzione.

Per riavviare i progetti di investimento sanitario è necessario, pertanto, garantire l’erogabilità dei 1,5 miliardi già previsti dagli Accordi di programma e assicurare la disponibilità delle somme già previste nell’ultimo Patto per la Salute. Ad esso vanno ad aggiungersi i 4,5 miliardi stimati dalle Regioni quali necessità realizzative nel triennio 2013-2015.

28 maggio 2013
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