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All’Asu Fc mancano 500 infermieri. Nursind: “Incentivare chi resta con i risparmi dei 130 infermieri no vax sospesi”

Sono sotto pressione gli infermieri dell’Azienda sanitaria Universitaria Friuli Centrale. Alla cronica carenza di personale, stimata in 370 unità circa, si sono aggiunti circa 130 infermieri sospesi perché non vaccinati contro il Covid. Coprire i turni diventa sempre più difficile. Il sindacato Nursind si chiede “che fine fanno i soldi risparmiati dagli stipendi di 500 dipendenti. E chiede il pagamento degli straordinari o incentivi per chi resta al lavoro”

27 OTT - “Da prima della pandemia, nell’Azienda sanitaria Universitaria Friuli Centrale (ASU FC) eravamo già in grosso affanno con gli infermieri. Dopo quasi due anni di emergenza sanitaria, chi ha pagato lo scotto più alto è stata proprio questa figura che fra riposi non concessi ed ore straordinarie non pagate, è stata privata dei diritti più elementari. Oltre a ciò, aggiungiamoci anche i sospesi no vax. Tirando le somme, in ASU FC siamo sotto organico di oltre 500 infermieri”. A denunciarlo è il segretario del Nursind Afrim Caslli.
 
Secondo i dati del Nursind, in ASU FC, dislocata fra gli ospedali di Tolmezzo, San Daniele del Friuli, Codroipo, Udine, Gervasutta, Cividale del Friuli, Gemona del Friuli, Latisana, Palmanova, che con 9.000 dipendenti contribuisce al 50% della sanità regionale, mancano ad oggi 130 no vax sospesi e 370 carenti strutturali.

“Da ricordare che ASU FC, al 31.12.2020, ha chiuso il bilancio – spiega Afrim Caslli – con un deficit di 70milioni di euro. L’idea che ci siamo fatti è che l’azienda stia cercando di ripianare i debiti con le mancate assunzioni di queste figure ospedaliere”.

“Ci chiediamo, dunque: se l’azienda risparmia gli stipendi di 500 dipendenti dove vanno tutti questi soldi? La direzione - per il segretario del Nursind – potrebbe almeno pagare le 250 ore pro-capite di straordinari che gli infermieri hanno accumulato. Sempre la direzione di ASU FC potrebbe usare questi soldi per incentivare gli infermieri a restare in azienda invece di vedere mobilità o dimissioni che stanno creando un fuggi fuggi. Ed ancora, almeno i soldi risparmiati dai 130 infermieri no vax sospesi, vengano distribuiti fra i professionisti vaccinati,  presenti al lavoro”.

Sulla fuga di infermieri, il Nursind di Udine, che in questa azienda è il più rappresentativo contando con oltre 1400 iscritti, si dice preoccupato. “Siamo dispiaciuti per le dimissioni inarrestabili di colleghi che vogliono andare via da ASU FC, ma siamo anche allo stesso tempo angosciati perché la categoria non viene più valorizzata. Anzi, chi resta viene sempre più caricato di ore di lavoro e responsabilità a tal punto che rinunciano per mancanza di tempo anche a certi momenti di affetto famigliare. Per la carenza di personale ci sono reparti in costante affanno: ultimo caso nel reparto di pediatria di Udine dove  ci sono 20 infermieri che hanno chiesto mobilità perché lavorano 12 ore consecutive al giorno e non ce la fanno più. La direzione cosa ha scelto? Di chiudere 7 posti letto della stessa pediatria”, conclude il segretario del Nursind Afrim Caslli.

Endrius Salvalaggio

27 ottobre 2021
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