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Riccardi: “Nessuno smantellamento della sanità pordenonese, abbiamo già investito 100 mln di euro”

“Stiamo lavorando per assicurare alti profili di salute con l’obiettivo di ridurre la fuga e garantire la qualità necessaria per aumentare l’attrazione. Quella che si profila all’orizzonte per il pordenonese non è quindi una stagione di tagli ma di riorganizzazione” ha assicurato il vicegovernatore con delega alla Salute

11 FEB - “Gli oltre 100 milioni di euro che questa amministrazione ha fino ad ora investito nella sanità del Friuli occidentale già da soli spiegano quale sia l’attenzione che la Regione sta dando a questo territorio”.
Così il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi nel corso di un incontro all’Ordine dei medici di Pordenone con il presidente Guido Lucchini e i rappresentanti dell’intero Consiglio.
“La sanità pordenonese - ha detto il vicegovernatore - è stata oggetto dei due più grandi investimenti che la Regione ha compiuto in questa legislatura, con i 50 milioni destinati al completamento della struttura ospedaliera a cui si aggiungono le risorse per l’acquisto e l’installazione della protonterapia al Cro di Aviano. Già questo di per sé dimostra l’attenzione che l’amministrazione riserva a questo territorio. Dando poi rilievo alle vocazioni territoriali, stiamo lavorando per assicurare in questa zona alti profili di salute con l’obiettivo di ridurre la fuga e garantire la qualità necessaria per aumentare l’attrazione. Quella che si profila all’orizzonte per il pordenonese non è quindi una stagione di tagli ma di riorganizzazione; il primo vero problema non è quello legato alle risorse ma al capitale umano, la vera criticità che riguarda non solo la nostra regione o il Friuli occidentale ma tutto il Paese”.
 
Soffermandosi poi sui numeri del territorio, Riccardi ha fatto riferimento all’appropriatezza della residenzialità “settore questo che non può trovare spazio negli ospedali e risposte nelle Rsa. Su questo tema esiste una palese sofferenza su cui dovremo lavorare. Un atto della Regione del 2014 prevedeva che i posti letto per le cure intermedie nell’azienda pordenonese sarebberodovuti essere 271 a fronte degli attuali 170; mi chiedo cosa sia stato fatto in questo senso da coloro che ora parlano del problema ma che in passato hanno governato la Regione. Non c’è dubbio che vi sia la necessità di rinforzare il sistema e compiere ulteriori investimenti per superare questa carenza resa ancor più evidente dalla pandemia. Per quanto riguarda poi l’ospedale, con le varianti messe in atto di recente, i posti letti sono aumentati di oltre 70 unità”.
 
Infine, sui posti di primariato ancora vacanti al S. Maria degli Angeli, il vicegovernatore ha ricordato che “questa richiesta deve essere considerata nell’atto aziendale a fronte di una definizione seria che responsabilmente tutti dobbiamo fare. Le risorse non sono infinite ma soprattutto non è infinito il capitale umano. In sostanza si deve fare ciò che serve senza liquidare un dibattito improprio tra aumenti e riduzioni delle posizioni apicali. L’atto aziendale - ha concluso Riccardi -, che deve nascere all’interno dell’Asfo con un percorso di condivisione, poi è approvato dalla giunta regionale che ne diventa quindi garante, prevedendo una distribuzione equa delle risorse all’interno dell’intero sistema”.
 

11 febbraio 2021
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