Covid. Salute psicologica operatori sanitari, entra nel vivo il progetto “Aver cura di chi ci ha curato”
Sta per partire la seconda fase del progetto “Aver cura di chi ci ha curato”, che già nella fase sperimentale ha visto l’adesione di circa un’ottantina di persone, fra medici ed infermieri, investiti da stress, burnout ed ansia nel periodo pandemico. Questo secondo momento del progetto, nato per offrire sostegno psicologico al personale sanitario, prenderà il via entro febbraio. L’obiettivo è formare un gruppo di lavoro permanente per estendere il progetto su tutto il territorio regionale.
08 FEB - Tutto pronto per la seconda fase del progetto “Aver cura di chi ci ha curato”, coordinato dall’Azienda Regionale di Coordinamento per la salute (Arcs) del Friuli Venezia Giulia per offrire un programma di benessere psicologico al personale sanitario. Il progetto nasce dalla presa di coscienza in merito all’impatto che la pandemia ha avuto sugli operatori sanitari e, grazie alla collaborazione con l’Ordine degli psicologi, mira ad offrire loro sollievo. Alla prima fase sperimentale del progetto hanno aderito circa un’ottantina di persone, fra medici ed infermieri.
“E’ un progetto sperimentale che avuto come scopo quello di curare medici ed infermieri dallo stress, il burnout e l’ansia da emergenza sanitaria – spiega
Roberto Calvani, psicologo e presidente dell’Ordine dei Psicologi FVG – con un’impostazione interdisciplinare psicologica e sanitaria. Il progetto è partito da un’indagine all’interno delle mura delle strutture sanitarie, che ha posto l’attenzione alle sintomatologie di tipo fisico e psicologico degli operatori sanitari. Da lì la decisione di avviare una collaborazione l’Ordine Regionale degli Psicologi del FVG psicologi ed il reclutamento di professionisti psicologi preparati ed esperti, possibilmente già dipendenti dei servizi sanitari regionali”.
“Alla fine della prima fase sperimentale, i medici e gli infermieri che vi hanno partecipato - riferisce Calvani - hanno mostrato di aver riportato sintomi riconducibili a situazioni di stress, vaghi e aspecifici, come insonnia, irritabilità e/o difficoltà di concentrazione. Chiari campanelli d'allarme che, un po' come per il Covid 19, su alcuni non lasciano conseguenze mentre per altri possono rivelarsi fatali. Lo stress nasce da una somma di aspetti, non tutti riconducibili dalla mole di lavoro data dal periodo pandemico. C’è il timore di contagiare i familiari oppure gli effetti dell’isolamento volontario a cui molti si sono sottoposti proprio per paura di infettare gli altri. Le cause sono molteplici”.
Con “Aver cura di chi ti ha curato” si è riusciti ad intercettare quella fascia grigia, non ancora patologica, che ad un anno di pandemia ha riportato sintomi vaghi e aspecifici. Quella fascia di persone che, secondo il Presidente dei Psicologi del FVG, proprio perché difficilmente intercettabile, rischiano di sviluppare situazioni patologiche di vario genere se non trattate adeguatamente nei tempi giusti.
“L’esperienza si è rivelata altamente positiva: la sintomatologia riportata all’inizio del percorso, infatti, nell’arco di quattro mesi avuto un trend decrescente fino a raggiungere in molti casi lo zero”.
Entro la fine di febbraio partirà la seconda fase del progetto “Aver cura di chi ti ha curato”, che prevede una formazione intensiva comune di tutti gli specialisti costituenti il team di aiuto al fine di estendere a tutto il territorio regionale l’offerta di aiuto agli operatori sanitari in difficoltà.
Endrius Salvalaggio
08 febbraio 2021
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