Liste d’attesa. In Fvg al via i piani aziendali, ma per i sindacati restano i nodi su carenza di risorse umane ed economiche
In Fvg l’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale ha preparato un piano per il recupero delle liste d’attesa, mentre le altre due dovranno farlo a breve. I sindacati medici e degli infermieri concordano: “Si tratta di attività aggiuntive su base volontaria e non è detto che ci sia molta adesione, perché il personale è già sotto stress per garantire l’ordinario. Servirebbero interventi per risolvere i nodi della carenza di personale e delle risorse economiche”.
16 SET - Dopo il via libera da parte del Governo sulle nuove misure per la riduzione delle liste di attesa, l’A
zienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asu Fc), già da questo mese e fino al prossimo dicembre, ha incrementato le prestazioni con esami e visite estendendole anche al sabato; nello specifico da sabato 7 settembre e fino al 28 dicembre 2024, le sedute aggiuntive offerte saranno 240 suddivise in 17 sabati. Inoltre dal 1° settembre l’offerta ambulatoriale è stata ulteriormente ampliata con un incremento focalizzato sulle prestazioni più critiche grazie al contributo del privato accreditato.
Per ora l’
Azienda sanitaria Friuli Occidentale (As Fo) ha tenuto il piano del 2023 orientandosi su alcune prestazioni ambulatoriali volte a smaltire le visite con carattere prioritaristico indicato in ricetta. Al metto di questo, saranno ben presto omogeneizzato in Friuli Venezia Giulia i piani con la programmazione per introdurre visite diagnostiche e specialistiche nei giorni di sabato e domenica e per gli orari prolungati per l’erogazione delle prestazioni.
Messo nero su bianco come prevede il D.l. n. 73, sulle misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste d'attesa delle prestazioni sanitarie, bisogna ora ragionare, come evidenziano i sindacati, sulla questione della base volontaria e sul numero di personale già carente di per sé. Dice
Liana Fabi, segretario regionale Cgil medici: “Quello che preoccupa, al di là di ogni piano aziendale che potranno preparare le Aziende sanitarie, è che conoscendo le condizioni sulla carenza di personale già stressato per garantire l’ordinario, sarà difficile garantire le attività aggiuntive su base volontaria perché tassano meno. Le causa delle lunghe liste di attesa è data dal personale che se ne va via dal pubblico proprio per retribuzione e condizioni di lavoro che non sono delle migliori”.
Massimiliano Tosto, Segretario Anaao Friuli Venezia Giulia, vede il Dl 73 come un buon strumento per abbattere le liste di attesa, “siamo qui per lavorare – ricorda - e andare incontro ai cittadini, ma dobbiamo fare i conti con lo stesso personale che dovrà garantire turnazione aggiuntive per abbattere le liste di attesa. Il problema resta sempre quello: le risorse umane e risorse economiche non sono adeguate ai carichi di lavoro, fermo restando che siamo d’accordo di dare il nostro contributo per ridurre le liste di attesa”.
Fabio Pototschnig, segretario regionale Fials Fvg, prende atto da una logica che se le Aziende non assumono personale o assumono meno di quanto sarebbe necessario, “almeno l'attività aggiuntiva venga tassata meno, in attesa che gli stipendi e le condizioni di lavoro, oggi sicuramente non ottimali, migliorino e i professionisti ritrovino l'interesse a lavorare nella sanità pubblica”. “Pertanto abbiamo chiesto all’assessore alla salute Riccardo Riccardi – continua Fials Fvg - di applicare le imposte sostitutive previste dai Dl 73 con riferimento ai compensi erogati a partire dalla data di entrata in vigore del presente decreto”.
Il segretario generale Uil Fpl Fvg, Stefano Bressan tira in ballo altri due aspetti: i piani scritti senza consultare i sindacati (riferendosi ad Asu Fc) e l’uso smisurato dello stesso personale può causare mancanza di sicurezza nel lavoro. “Dal momento che le attività diagnostiche subiranno un aumento dei volumi di lavoro – dice Bressan - dovrà conseguentemente accelerare anche l'attività chirurgica, per la quale Asu Fc risulta fanalino di coda a livello nazionale oltre che regionale. Pertanto, vogliamo mettere in luce che tutto questo rischia di essere una “spallata” agli stessi pazienti delle sale operatorie, presi in carico da professionisti con moltissime ore di lavoro straordinarie già sulle spalle. Condizione per cui, non di certo fra le migliori, per far fronte alla delicatezza del lavoro medico chirurgico da affrontare”.
Endrius Salvalaggio
16 settembre 2024
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