Udine. Fp Cgil: “Piani ferie, per la sanità torna il calvario estivo”
“Con poco più di 8mila dipendenti a servire una popolazione di oltre 520mila abitanti, l’Azienda udinese deve fare i conti con un mancato turnover che nel solo 2023 ha ridotto gli organici di ulteriori 200 dipendenti, tra entrate e uscite, portando la carenza ad almeno 500 figure mancanti. E’ su questo contesto che torna il calvario estivo dei piani ferie per i lavoratori della sanità”, spiega Andrea Traunero, segretario della Funzione pubblica Cgil Udine.
29 LUG - Con l’arrivo dell’estate per il personale della sanità, a turnazione, iniziano le canoniche due settimane di ferie. Un diritto che da una parte dà una boccata di ossigeno per chi si assenta dal lavoro, costringendo però, per chi resta, a lavorare anche per chi non c’è. E’ vero che le aziende sanitarie in questo periodo riducono le attività ospedaliere e posti letto ma è anche vero che si deve fare i conti con delle carenze di personale che, come spiega il sindacato, sono strutturali.
“Nel quadro di un’emergenza personale che rischia di travolgere l’intero servizio sanitario regionale, la situazione di Asufc – commenta
Andrea Traunero, segretario della Funzione pubblica Cgil Udine – è probabilmente la più grave. Con poco più di 8mila dipendenti a servire una popolazione di oltre 520mila abitanti, l’Azienda udinese deve fare i conti con un mancato turnover che nel solo 2023 ha ridotto gli organici di ulteriori 200 dipendenti, tra entrate e uscite, portando la carenza ad almeno 500 figure mancanti. E’ su questo contesto che torna il calvario estivo dei piani ferie per i lavoratori della sanità”.
Ciò comporta per il sindacalista, che in questo periodo, considerato che il personale di comparto è composto per quasi un 70 per cento da donne ad un ricorso intensivo agli straordinari o ai richiami in servizio per molte donne con famiglia e figli.
“Gli stessi accorpamenti di reparti e dipartimenti, pensati dalle aziende, per ottimizzare le risorse, finiscono per sovraccaricare ulteriormente il personale, molte delle quali madri, spesso costrette a lavorare, in estate, anche dieci notti al mese – incalza Traunero. Una situazione emblematica dei motivi che alimentano l’esodo di personale verso il privato o verso altri settori, a causa dell’impossibilità di conciliare lavoro e vita privata”.
Ad Udine ad aggravare una crisi che è di sistema, scrive Traunero nella nota, sono purtroppo le scelte aziendali poco efficaci come sistema di gestione dei posti letto che è sicuramente un punto critico per Asufc nei reparti come la medicina interna e la pediatria, ma non solo, in un numero ridotto di letti disponibili che rallentato l’accoglienza dei nuovi pazienti.
“Criticità che si estendono ai tempi di attesa per le prestazioni sanitarie, compresa la chirurgia oncologica che spinge un numero crescente di utenti verso il privato. A confermarlo l’incremento delle spese per prestazioni da privati accreditati, che per Asufc sono passate da 33,4 milioni di euro nel 2020 a 44,1 milioni nel 2022. Un chiaro indice di una crescente dipendenza da soluzioni esterne a causa della mancanza di risorse interne di ulteriori 200 dipendenti, tra entrate e uscite. Conclude il segretario della Funzione pubblica Cgil Udine
Endrius Salvalaggio
29 luglio 2024
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