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Anziani. Spi-Cgil e Uilp-Uil: “Da rivedere il regolamento regionale su Rsa e strutture intermedie”

Allarme dei sindacati dei pensionati dopo il taglio dei posti letto in una Rsa di Tarcento, che arrivato dopo il regolamento regionale che prevede come il paziente non autosufficiente, allo scadere di 21 giorni di ricovero, debba pagare 100 euro al giorno. Mentre le strutture intermedie previste dal Pnrr che non decollano. “Assistiamo a una  strategia di smantellamento progressivo del sistema sanitario regionale”.

09 LUG - C’è preoccupazione fra i segretari regionali dei sindacati pensionati Spi-Cgil e Uilp-Uil Renato Bressan e Magda Gruarin e ciò riguarda non solo l’ultimo taglio di 13 posti letto nelle Rsa all’Opera Pia Coianiz di Tarcento, su 33 disponibili, ma per tutta una serie di fattori che riguardano le Rsa, che in Fvg configura come un segmento di sanità intermedio tra il servizio sanitario e quello di tipo residenziale e assistenziale.

“Tagliando queste strutture si indebolisce la capacità di risposta agli anziani non autosufficienti, ai malati cronici e a chi, dimesso spesso troppo presto dagli ospedali, necessita ancora di indispensabili servizi riabilitativi e residenziali prima di poter fare ritorno a casa, causa ad un regolamento regionale sulle Rsa che da qualche anno ha ridotto da 30 a 21 i giorni di permanenza gratuita, superati i quali le tariffe di permanenza superano abbondantemente i 100 euro al giorno, solo in parte compensati dal contributo regionale”. Evidenziano Renato Bressan e Magda Gruarin

In una regione che è la seconda in Italia per tasso di anzianità, ricostruiscono i sindacalisti, con più del 27% di over 65, e la terza per indice di invecchiamento, con un rapporto tra anziani e under 15 che negli ultimi vent’anni e salito da 1,86 a 2,37, vale a dire che ogni 100 residenti in fascia 0-14 anni si contano oggi ben 237 ultrasessantacinquenni. Senza dimenticare che i grandi anziani, cioè le persone con almeno 80 anni, oggi sono più di 110mila.

Altro problema che solleva il sindacato, è che la Regione Fvg sarebbe in ritardo con le strutture intermedie previste dall’attuale Pnrr, che di fatto, riporta il sindacato Spi-Cgil e Uilp-Uil “sono la ridottissima quantità dei Codici Unici di Progetto (CUP), procedura che identifica il progetto d’investimento pubblico e lo accompagna in tutte le fasi della realizzazione. A noi non ci interessa l’ammontare della spesa messa nel bilancio regionale sulle strutture intermedie - rimarcano Bressan e Gruarin - se poi effettivamente quei soldi vengono spesi in forma ridotta”.

Tutto questo, per le due organizzazioni sindacali, mentre si indeboliscono le reti di assistenza familiare e la capacità di spesa degli anziani, considerato che il 40% dei 355mila pensionati residenti in regione ha un reddito inferiore ai 1.500 euro lordi. “A fronte di questa situazione – concludono Bressan e Gruarin – registriamo tagli sempre più evidenti al sistema sanitario e socio sanitario. Provvedimenti rientranti ad una strategia di smantellamento progressivo del sistema sanitario regionale a favore di una privatizzazione sempre in crescita. Da qui, per Spi e Uilp, nasce una duplice esigenza: E’ il momento di rivedere il regolamento regionale sulle Rsa, reso obsoleto dalle dinamiche demografiche e dalla diffusione delle patologie croniche, mentre in contemporanea si dovrà accelerare sulla realizzazione delle strutture intermedie come le case della comunità, gli ospedali di comunità, le centrali operative territoriali e la stessa assistenza domiciliare integrata, previste dal Pnrr. Altrimenti anziani e cronici verranno sempre più penalizzati”.

Endrius Salvalaggio

09 luglio 2024
© Riproduzione riservata

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