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FVG. Olivo (Fp Cgil FVG): “Fermare il declino della sanità pubblica si può, privatizzare non è la strada giusta”

Dai dati forniti dalla Fp Cgil regionale, il saldo della mobilità passiva è passato da 6,7 milioni di euro nel 2017 a 13 mln nel 2022. Intanto sempre più medici ed infermieri continuano a dare le dimissioni. Olivo: “La nostra federazione sindacale non è ideologica, è chi governa ad esserlo. In questi anni, al netto della pandemia, la Regione non solo non è stata in grado di migliorare il sistema, ma neanche di fermare la fuga in altre regioni di persone in cerca di cure”.

23 GEN - “Il saldo fra chi esce dalla regione per curarsi e chi viene in Fvg per farsi curare è passato da più 6,7milioni del 2017 a meno 13 milioni del 2022. Da questi dati possiamo tranquillamente dire che così non va bene e dalle attuali politiche adottate le cose non miglioreranno, sia per gli operatori che per gli utenti. Un’altra strada secondo noi è percorribile: sedetevi, parlatene, giungete a dei compromessi che rimettano in sesto e potenzino la sanità pubblica fra sindacati, operatori, professionisti e utenti che non hanno perso ancora la speranza”. A fare il punto, in una nota, è Orietta Olivo, segreteria generale Fp Cgil Fvg.

Siamo a cavallo fra la fine dell’anno ed inizio del nuovo, periodo di bilanci… fra chi resta. Sì, perché, come riporta la nota della funzione pubblica della Cgil Fvg, il declino della sanità pubblica rappresentato da queste cifre proviene proprio da una sanità in affanno con medici ed infermieri che scappano dal servizio pubblico regionale del Friuli Venezia Giulia per andare a lavorare nel privato o nelle regioni contigue.

“Non è vero – incalza la segreteria generale Fp Cgil Fvg - che l’unica strada da percorrere è quella di aumentare la quota di sanità privata in Fvg, come sostengono l’assessore alla salute Riccardo Riccardi e il presidente regionale Massimiliano Fedriga. Questo è solo il pensiero della Giunta e della maggioranza che guida questa Regione, ma non l’unica strada da percorrere. Anzi, non riteniamo casuale, purtroppo, che nella Città di Udine si continui a spingere per un aumento degli spazi per i privati, candidandosi perfino per gestire in regime di convenzione un reparto di terapia intensiva”.

“Da parte nostra, come federazione sindacale abbiamo criticato a più riprese le scelte dell’assessore Riccardi, che ci accusa spesso e volentieri di essere ideologici. A me pare invece che l’ideologia stia tutta dalla loro parte perché, di fatto, sono possibili differenti risposte politiche allo stesso problema. Tutto ciò che è stato introdotto in questi anni, al netto della pandemia, non solo non è stato in grado di migliorare il sistema, ma non ha nemmeno fermato la fuga in altre regioni di persone che hanno bisogno di cure”, conclude Orietta Olivi.

Endrius Salvalaggio

23 gennaio 2024
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