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Al Burlo Garofolo di Trieste nasce il polo “Porto dei piccoli” 

Il personale professionale dell’associazione “Porto dei piccoli” porta attività ludico-didattiche ai piccoli pazienti durante il percorso di cura. A breve partirà anche un servizio a domicilio, per sostenere i fratelli e le sorelle dei piccoli pazienti in queste esperienze difficili, che coinvolgono tutta la famiglia. Il Dg Dorbolò: “L’associazione è un prezioso alleato nel portare avanti l’obiettivo di fare salute anche attraverso le emozioni positive”.

22 GEN - È nata una nuova collaborazione all'Irccs Burlo Garofolo di Trieste con l’associazione il Porto dei piccoli. Un servizio che mette a disposizione operatori con formazione psicopedagogica formata da un’equipe multidisciplinare in ospedale a disposizione in neuropsichiatria, clinica pediatrica degenza, l’area diurna, accettazione malattie rare, centro prelievi, sale d’attesa della radiologia, percorsi Dama ed a chiamata sul pronto soccorso. Con il Porto dei piccoli si sta già lavorando per un servizio (nei prossimi mesi) anche a domicilio.

“Le attività che offre l’associazione Porto dei piccoli presso l’ospedale Burlo di Trieste – spiega Tamara Strajn coordinatrice della degenza pediatrica ad alta complessità, neuropsichiatria infantile e cure palliative pediatriche, componente del comitato consultivo scientifico dell’associazione Porto dei piccoli - sono diverse e spaziano per attività che spazia dalla scrittura creativa, musico terapia, drammaturgia, teatro disegno ecc. E questo è l’inizio del nostro percorso con delle prospettive aggiuntive che si focalizzerà con un servizio specifico per le famiglie e bambini a livello territoriale e quindi entrando nella quotidianità con il progetto “Mare fuori””.

“Mare fuori” è un importante progetto a contesto famigliare, che ha come obiettivo quello di prendersi cura dei fratelli del bambino ammalato che dovrà passare molto tempo in cura nell’ospedale.

“Siamo nell’ambito di quei piccoli pazienti – continua la coordinatrice della degenza pediatrica ad alta complessità, neuropsichiatria infantile e cure palliative pediatriche - assistiti con patologie croniche che rimangono in ospedale per tempi molto lunghi e quando rientrano a domicilio vengono assistiti per terapie o visite nella loro casa. Gli operatori del Porto dei piccoli possono andare con l’equipe sanitaria e intrattenere i fratelli o i familiari mentre il bambino viene sottoposto a terapia, rivolgendo l’attenzione verso a quei fratelli che per un motivo o per un altro si possono sentire esclusi”.

Il Direttore generale dell’Irccs, Stefano Dorbolò, si dichiara molto soddisfatto di questa nuova collaborazione. “Per un Istituto pediatrico come il nostro - spiega Dorbolò - è fondamentale fare rete con le associazioni che sostengono e supportano l’attività ospedaliera. I nostri pazienti sono innanzitutto bambini con le paure e le fragilità tipiche dell’infanzia, che hanno diritto ad un’assistenza specializzata e insieme all’opportunità di vivere momenti di serenità e di svago. L’associazione il Porto dei piccoli è un prezioso alleato nel portare avanti l’obiettivo di fare salute anche attraverso le emozioni positive”.

“Siamo molto contenti di iniziare questa nuova avventura a Trieste. Abbiamo iniziato a lavorare a questa collaborazione due anni fa – commenta il direttore generale nonché fondatrice del Porto dei piccoli, Gloria Camurati Leonardi - formando il personale locale triestino accanto ai nostri operatori e alle nostre operatrici. Questo nuovo polo si inserisce all'interno del progetto “Harbours & Children” che abbiamo lanciato in collaborazione con la Guardia costiera per portare la cultura del mare e del porto all'interno delle pediatrie e delle scuole di tutta Italia. I piccoli pazienti del Burlo vedono il mare dalle finestre delle loro stanze, proprio come accade ai bambini in cura al Gaslini di Genova. Noi, come Porto dei piccoli, vogliamo portare la cultura di quel mare e delle realtà che gravitano intorno ai porti, all'interno dei reparti pediatrici per regalare qualche ora di svago, cultura e gioia”.

Ogni anno il Porto dei piccoli si prende cura quotidianamente di oltre 20 mila ragazzi con fragilità seguiti in tutta Italia, offrendo circa 30 mila ore di attività multidisciplinari. Il Porto dei piccoli è stata la prima realtà in Italia a puntare sul “Child play Specialist”, una figura professionale e formata per svolgere nel miglior modo possibile l'attività con i bambini.

Endrius Salvalaggio

22 gennaio 2024
© Riproduzione riservata

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