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Medici sospesi a Bologna. De Filippo: “Non abbiamo ancora le motivazioni dell’Ordine. Ma dobbiamo riaprire confronto con tutti sul 566”

Così il sottosegretario ieri alla Commissione Affari Sociali della Camera rispondendo a un’interrogazione di Lenzi (PD) su quanto sta accadendo a Bologna. “Non sono ancora disponibili le motivazioni sottese ai provvedimenti di sospensione, necessarie per valutare se con l'azione disciplinare attivata dall'Ordine vi sia stata una ingerenza nelle competenze organizzative aziendali”

04 MAR - “Ma il ministro è a conoscenza di quanto accaduto a Bologna? E cosa pensa di fare per applicare finalmente il comma 566?”, questa la sostanza dell’interrogazione presentata ieri dall’onorevole Donata Lenzi del PD alla quale ha risposto il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo.
De Filippo: Premetto che la questione sottoposta dagli Onorevoli interroganti è all'attenzione del Ministero della salute. 
Con nota del 1° marzo 2016, a seguito delle recenti notizie di stampa, da cui si è appreso che l'Ordine dei medici di Bologna ha sospeso «alcuni medici per aver predisposto protocolli per l'attività di assistenza e cura svolta dagli infermieri del sistema 118», il Ministero ha chiesto al medesimo ordine di trasmettere una relazione dettagliata in merito ai fatti accaduti. 
 
Con nota di ieri, 2 marzo 2016, in risposta alla nota ministeriale, il Presidente del predetto Ordine ha rappresentato che i primi procedimenti disciplinari avviati «hanno portato a decisioni emesse in forma di dispositivo, all'esito delle sedute disciplinari, con sospensioni per periodi variabili da quattro a sei mesi, non dotate di esecutività sino all'emissione del provvedimento dotato della relativa motivazione», riservandosi di inoltrare «le decisioni in forma motivata, non appena elaborate all'esito dei procedimenti in corso». 
 
Pertanto, allo stato, non sono ancora disponibili le motivazioni sottese ai provvedimenti di sospensione; necessarie per valutare se con l'azione disciplinare attivata dall'Ordine vi sia stata una ingerenza nelle competenze organizzative aziendali. 
 
Da ultimo, per quanto concerne l'attuazione del comma 566 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2015, al fine della ridefinizione dell'organizzazione del lavoro dei professionisti e della revisione dei processi di cura e di assistenza, si ritiene fondamentale la riapertura del dialogo tra le diverse categorie professionali ed in tal senso saranno promosse iniziative di confronto anche attraverso l'attivazione di appositi tavoli di concertazione tra tutte le parti interessate.

04 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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