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Aieop: non ci sono prove che i campi elettromagnetici causino tumori


La posizione dell’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica dopo le conclusioni della superperizia che ha stabilito un legame tra le onde elettromagnetiche emesse da Radio Vaticana e l’alta incidenza di tumori infantili tra gli abitanti della zona vicina ai ripetitori. 

19 LUG - “I tumori nel bambino sono la conseguenza di una serie di mutazioni del patrimonio genetico che vanno accumulandosi nel tempo, iniziano prima della nascita e poi si aggravano. Non possiamo affermare l’esistenza di un nesso causale con fattori ambientali come le onde o i campi elettromagnetici”. È questa la posizione che l’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica (Aieop) ha espresso per bocca di Andrea Pession della Clinica Pediatrica di Bologna e responsabile del centro operativo dell’Associazione.Il commento fa seguito alle conclusioni della superperizia pubblicata nei giorni scorsi e che stabilisce un legame tra le onde elettromagnetiche emesse da Radio Vaticana e l’alta incidenza di tumori infantili tra gli abitanti della zona vicina ai ripetitori.
“Lo studio - si leggeva nelle conclusioni dell’analisi firmata dal professor Andrea Micheli e disposto dal gip Zaira Secchi nel maggio 2005 - suggerisce che vi sia stata una associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale alle strutture di Radio Vaticana ed eccesso di rischio di malattia per leucemia e linfomi nei bambini, e che le strutture di MariTele, in modo limitato e additivo, abbiano plausibilmente contribuito all'incremento di quel rischio”.E ancora: “tutte le analisi condotte hanno indicato condizioni di eccesso di rischio di morte su valori oscillanti su tutta l'area di studio, fino a 12 chilometri dall'emittente, con eccessi importanti e significativi, con però mancata evidenza di rischio per gli esposti adulti sino a 5 chilometri dall'emittente”.
Una conclusione che non convince l’Aieop secondo cui “vi sono solo osservazioni sperimentali condotte in molti Paesi. Alcune affermano e altre negano il nesso causale. Ma - precisa Pession - non abbiamo un dato scientificamente accertato. La nostra Associazione ha recentemente presentato i risultati dello studio Settil che ha esaminato per circa 10 anni migliaia di casi. Sono state investigate tutte le cause di carattere ambientale e il legame non è stato confermato”.
A.M.

19 luglio 2010
© Riproduzione riservata

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