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Lunedì 19 LUGLIO 2010
Aieop: non ci sono prove che i campi elettromagnetici causino tumori

La posizione dell’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica dopo le conclusioni della superperizia che ha stabilito un legame tra le onde elettromagnetiche emesse da Radio Vaticana e l’alta incidenza di tumori infantili tra gli abitanti della zona vicina ai ripetitori. 

“I tumori nel bambino sono la conseguenza di una serie di mutazioni del patrimonio genetico che vanno accumulandosi nel tempo, iniziano prima della nascita e poi si aggravano. Non possiamo affermare l’esistenza di un nesso causale con fattori ambientali come le onde o i campi elettromagnetici”. È questa la posizione che l’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica (Aieop) ha espresso per bocca di Andrea Pession della Clinica Pediatrica di Bologna e responsabile del centro operativo dell’Associazione.Il commento fa seguito alle conclusioni della superperizia pubblicata nei giorni scorsi e che stabilisce un legame tra le onde elettromagnetiche emesse da Radio Vaticana e l’alta incidenza di tumori infantili tra gli abitanti della zona vicina ai ripetitori.
“Lo studio - si leggeva nelle conclusioni dell’analisi firmata dal professor Andrea Micheli e disposto dal gip Zaira Secchi nel maggio 2005 - suggerisce che vi sia stata una associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale alle strutture di Radio Vaticana ed eccesso di rischio di malattia per leucemia e linfomi nei bambini, e che le strutture di MariTele, in modo limitato e additivo, abbiano plausibilmente contribuito all'incremento di quel rischio”.E ancora: “tutte le analisi condotte hanno indicato condizioni di eccesso di rischio di morte su valori oscillanti su tutta l'area di studio, fino a 12 chilometri dall'emittente, con eccessi importanti e significativi, con però mancata evidenza di rischio per gli esposti adulti sino a 5 chilometri dall'emittente”.
Una conclusione che non convince l’Aieop secondo cui “vi sono solo osservazioni sperimentali condotte in molti Paesi. Alcune affermano e altre negano il nesso causale. Ma - precisa Pession - non abbiamo un dato scientificamente accertato. La nostra Associazione ha recentemente presentato i risultati dello studio Settil che ha esaminato per circa 10 anni migliaia di casi. Sono state investigate tutte le cause di carattere ambientale e il legame non è stato confermato”.
A.M.

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