Convegno Cei. Alla scoperta di un nuovo paradigma per la sanità. Di ispirazione cattolica
di Giovanni Rodriquez
Si è aperto ieri, con l’intervento del ministro della Salute, il convegno promosso dall’Ufficio per la pastorale sanitaria della Conferenza episcopale italiana. Obiettivo è realizzare una sanità nuova, più umana, equa, sostenibile e solidale. Oggi il confronto con i professionisti della sanità pubblica.
19 GIU - Recuperare il senso di sanità come “bene comune”, che a differenza del bene pubblico, a uso e consumo di tutti, vuol dire “relazione”, “condivisione”, “responsabilità” e “l’’attitudine spirituale della solidarietà”. È questo l’obiettivo del convegno di tre giorni promosso dall’Ufficio per la pastorale sanitaria della Conferenza episcopale italiana, dal titolo “Un nuovo paradigma per la sanità in Italia. La Chiesa a servizio del cambiamento” (
scarica il programma).
Il convegno, come ha spiegato il direttore dell’Ufficio per la pastorale sanitaria,
Mons. Andrea Manto, in un'intervista rilasciata nei giorni scorsi al nostro giornale, “nasce dalla consapevolezza che la crescente pressione - dovuta alla difficile situazione economica, ai cambiamenti demografici e all’evoluzione delle pratiche e delle politiche sanitarie - ci mette di fronte alla necessità di ripensare le strategie di intervento e di organizzazione del servizio sanitario per i cittadini”. La Chiesa vuole interrogarsi su questi cambiamenti e vuole farlo attraverso l’ascolto e il confronto con le professioni sanitarie, con la politica e con tutti gli stakeholder. L’obiettivo è “creare una forza di pensiero e di innovazione che possa aiutarci a guidare questi cambiamenti per non subirli passivamente”.
La prima giornata di lavori, svolta ieri, ha visto la partecipazione del
ministro della Salute, Renato Balduzzi, del segretario generale della Cei,
Mons. Mariano Crociata, dell’arcivescovo di Bologna,
cardinale Carlo Caffarra, e di
Silvio Brusaferro, del dipartimento di Patologia e Medicina Sperimentale e Clinica. Università degli Studi di Udine. Interventi che sono servizi a descrivere le attuali condizioni in cui versa il Servizio sanitario nazionale. Condizioni di crisi non solo economica, ma professionale e umana. Un quadro necessario da comprendere, per avviare una discussione che permetta poi di condividere il nuovo paradigma verso il quale si vuole indirizzare la sanità del futuro. E quello proposto dalla Cei è un paradigma “antropologico personalista nella gestione dell’infermità umana”. Una sanità che il ministro Balduzzi ha definito “di ispirazione”, da realizzare anche attraverso “l’afflato che la pastorale sanitaria può portare nel settore” e che “è in grado di concorrere positivamente, aiutando a produrre buoni risultari e ad evitare derive”.
Il passo successivo, nella giornata di oggi, sarà condividere questo paradigma con i professionisti della sanità pubblica. Coloro chiamati a entrare in contatto con i malati e creare con loro una relazione di cura e non solo a prescrivere terapie mirate e innovative in grado di colpire la patologia. Capire, quindi, come il nuovo paradigma di ispirazione cattolica possa diffondersi e diventare parte stessa dei contesti di lavoro, delle competenze dei professionisti e di ogni singola prestazione che essi offrono ai malati.
Dopo la relazione di Michele Colasanto, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, su “Il lavoro di cura come sistema di relazioni” e della relazione di Ivan Cavicchi, dell’Università di Roma Tor Vergata, su “Cambiare il lavoro per cambiare la sanità”, la giornata di lavoro si concluderà con una tavola rotonda che darà vita a un confronto con i professionisti della sanità, rappresentati dall’Anaao Assomed, Dall’Anmirs, dalla Cimo Asmd, dalla Fimmg, dalla Fp Cgil, dalla Fp Cisl, dalla Fp Ugl, dalla Fp Uil e dal Sumai.
A fondo pagina, tutti gli approfondimenti sul convegno.
Giovanni Rodriquez
19 giugno 2012
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