Colicelli (Censis): “Pazienti più 'attivi', ma è a rischio il rapporto con il medico"
di Giovanni Rodriquez
19 GIU - “L’attuale crisi economica ha indotto negli italiani non solo la paura di non poter più mantenere il proprio tenore di vita, ma anche quella di non avere più i mezzi necessari per potersi permettere le cure per se stessi e per i propri cari. Forse non è un caso se è molto aumentato negli ultimi anni l’utilizzo di antidepressivi ed il ricorso alla psicoterapia”. È questo il quadro degli italiani tratteggiato da Carla Colicelli, vicedirettore del Censis.
“È cambiata però in positivo – ha commentato Colicelli – la cultura della salute dei pazienti: la salute non è più vista riduttivamente solo come mancanza di patologie quanto piuttosto come benessere e raggiungimento di un equilibrio psico-fisico”. A cambiare, inoltre, come spiegato dal vicedirettore Censis, è stato anche il ruolo del paziente. “Il paziente oggi non si presenta più come un soggetto ‘passivo’ nei confronti del medico – ha detto – ma ha assunto un atteggiamento ‘attivo’ che, in molti casi, sfocia quasi in una sfida al medico stesso”. In parte potrebbe essere spiegato in questo modo il problema del contenzioso medico-paziente e quindi della medicina difensiva.
Il nuovo atteggiamento del paziente è dovuto in buona parte dalla maggiore accessibilità di informazioni che si ha grazie alla rete. Questa moltiplicazione delle fonti, però, come precisato da Colicelli, ha prodotto anche tutta una serie di ripercussioni negative. “Si sono sviluppati atteggiamenti nocivi quali l’autocura e l’autoprescrizione – ha concluso – ma si è notato anche un accrescimento delle ansie, ipocondrie e più in generale di uno stato di confusione che in diversi casi diventa una conflittualità con il medico curante”.
Giovanni Rodriquez
19 giugno 2012
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