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Fecondazione eterologa. La Sigo dice “no al divieto assoluto” 


Il Presidente della Società di Ginecologia e Ostetricia Nicola Surico interviene dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale sulla legge 40 e segnala come vada “consentita la donazione dei gameti nei casi di sterilità. Per le donne in menopausa precoce è l’unica soluzione”.

24 MAG - “Esistono specifiche condizioni di sterilità in cui la fecondazione eterologa dovrebbe essere consentita nel nostro Paese. La donazione dei gameti rappresenta infatti l’unico rimedio disponibile per le donne in menopausa precoce dovuta a patologie invalidanti come l’endometriosi, alle terapie antitumorali e ad alcune malattie genetiche”. Questo il commento di Nicola Surico, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), che ritiene come la Legge 40 del 2004 che stabilisce il divieto assoluto di fecondazione eterologa (cioè con gameti o ovociti non appartenenti alla coppia) debba essere rivista, basandosi sulle evidenze scientifiche.
 
“La recente sentenza della Corte Costituzionale – specifica Surico - non ha bocciato la norma nel punto (art.4) in cui vieta questa pratica, ma ha rimandato gli atti ai tre tribunali (Firenze, Catania e Milano) a cui si erano rivolte alcune coppie sterili che avevano sollevato la questione di costituzionalità. Il turismo procreativo è un fenomeno in preoccupante crescita: ogni anno 7000 coppie si recano all’estero per superare un problema di sterilità. E una su tre lo fa per usufruire della donazione di gameti”.
 
“Per i trattamenti eterologi – sottolinea il presidente Sigo – eseguiti dalle coppie all’estero non è disponibile alcuna informazione né sulle caratteristiche genetiche e sugli accertamenti effettuati sul donatore o sulla donatrice, né sul tipo di trattamento eseguito o sul suo esito. Il costante aumento dei cosiddetti ‘viaggi della speranza’ determina un numero preoccupante di abusi e di seri rischi sanitari per le future madri e i nascituri. Sono soprattutto le coppie a basso reddito quelle che si recano all’estero, nei Paesi nei quali non esiste una regolamentazione specifica e dove, quindi, non c’è controllo, esponendosi a seri rischi e a possibili eventi avversi le cui conseguenze ricadono non solo sulle coppie, ma anche sul nostro Servizio Sanitario Nazionale, che sarà chiamato in causa per garantire le cure mediche. L’eliminazione di un divieto assoluto all’‘eterologa’ in Italia consentirebbe di assicurare servizi di assistenza medica con livelli di sicurezza, organizzazione e controllo tali da prevenire e sanzionare pratiche deontologicamente scorrette e a rischio per le coppie sterili. Vogliamo definire un percorso condiviso con la Società Italiana di Fertilità e Sterilità”.
 
L’aumento esponenziale, registrato negli ultimi anni, del numero di coppie italiane che si recano all’estero per superare il divieto stabilito dalla Legge 40 ha creato un vero “grande mercato”, senza controlli e limiti. “Nell’ambito della donazione dei gameti – conclude Surico – potrebbero essere immediatamente applicate le norme in vigore sulla donazione di organi, tessuti e cellule, che scongiurerebbero rischi e fornirebbero tutte le garanzie possibili: uno dei principi cardine infatti è che l’atto sia volontario e gratuito. Queste disposizioni inoltre stabiliscono procedure specifiche per controllo sulle infezioni e sulle malattie genetiche di cui possono essere portatori i donatori.”. Le procedure previste per la donazione degli organi consentono, inoltre, la tracciabilità (nel caso di necessità per problemi del nascituro) nonché l’anonimato del donatore. Nel nostro Paese, anche a seguito delle indicazioni dettate dalla Legge 40 del 2004, nei centri di Procreazione Medicalmente Assistita sono a disposizione migliaia di ovociti ed embrioni abbandonati da coppie che hanno già ottenuto figli e che potenzialmente sarebbero disponibili per la donazione”.

24 maggio 2012
© Riproduzione riservata

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