La via italiana alla bioetica: troppa politica e poca scienza
Un Convegno organizzato dall’Ecsel ripercorre vent’anni di bioetica italiana. Una strada difficile, molto segnata dalla ricerca del consenso politico. Così la legge sul testamento biologico attualmente in discussione “entrerebbe in conflitto con i codici deontologici di medici e infermieri e farebbe crescere il ricorso ai tribunali”. Ma il problema è comunque rimandato: secondo Ignazio Marino “Fini si piegherà a rinviarla a dopo l’estate”.
07 LUG - Una giornata di studio per celebrare il ventesimo anniversario della bioetica in Italia, ovvero dalla creazione del Comitato nazionale di bioetica. Il convegno, organizzato oggi a Roma da Ecsel (European Centre for Science, Ethics and Law), ha messo in luce soprattutto le difficoltà della “via italiana alla bioetica”, molto influenzata da ragioni politiche, da attenzioni mediatiche e dallo scontro tra orientamenti ideologici. “La vicenda della legge italiana sul testamento biologico – ha detto Luca Marini, giurista e vicepresidente del Cnb – è un paradigma della bioetica all’italiana”, mentre su questi terreni dovrebbe potersi esercitare un biodiritto capace di compiere una mediazione etica e culturale”.
Intervenendo al convegno il senatore Ignazio Marino ha lamentato il poco spazio concesso alle donne e agli uomini di scienza nel dibattito bioetica, richiamando invece l’apertura fiduciosa testimoniata recentemente dal presidente americano Obama nei confronti della ricerca sulle staminali embrionali. Sottolineando le grandi difficoltà che produrrebbe l’approvazione della legge sul testamento biologico attualmente in discussione, Marino ha poi aggiunto che la discussione in Aula sarà quasi certamente fatta slittare, poiché “Fini si piegherà a rinviarla a dopo l’estate”.
Molti interventi di rilievo nel corso del Convegno: Alexandre Mauron, direttore dell’Istituto di etica biomedica dell’Università di Ginevra; Maria BeatriceMagro, docente di diritto penale; Elena Cattaneo, direttore del Centro di ricerca sulle cellule staminali dell’Università di Milano; Mauro Ferrari, direttore del Dipartimento di nanomedicina e ingegneria biomedica dell’Università del Texas.
07 luglio 2010
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