TBC. Gli operatori sanitari sono una categoria a rischio
In Italia l'incidenza della TBC è intorno a 7 casi di malattia ogni 100mila abitanti e, quindi, "a bassa endemia". I lavoratori dei servizi sanitari e socio-assistenziali sono esposti per ragioni professionale a un maggior rischio di infezione. Lo sottolinea una nota del ministero della Salute.
24 MAR - "Stop TB in my lifetime", "Fermiamo la TBC nelle nostre vite": è lo slogan adottato quest'anno dall'Oms per la Giornata mondiale della tubercolosi, che celebrata sabato 24 marzo per mantenere alta la guardia nella lotta a una malattia che rappresenta ancora un grave problema di sanità pubblica a livello mondiale, con oltre 9 milioni di nuovi casi e circa 2 milioni di decessi ogni anno. L'obiettivo dell'Oms è dimezzare il tasso di prevalenza della TBC e il numero dei decessi entro il 2015.
In Italia - sottolinea un comunicato del ministero della Salute - l'incidenza della TBC è, da diversi anni, intorno a 7 casi di malattia ogni 100mila abitanti e, quindi, "a bassa endemia". La maggior parte dei casi si concentra in alcuni gruppi a maggior rischio: persone di nazionalità straniera tra i 25 e i 34 anni e italiani sopra i 65 anni. Tra le categorie a rischio ci sono anche i lavoratori dei servizi sanitari e socio-assistenziali, che sono esposti per ragioni professionale a un maggior rischio di infezione.
L'impegno dell'Italia nella lotta alla tubercolosi - sottolinea la nota - segnerà presto una nuova tappa con il documento "Controllo della tubercolosi: obiettivi di salute, standard e indicatori 2011-2013", attualmente alle fasi finali dell'iter di approvazione in Conferenza Stato-Regioni. Obiettivi prioritari del documento sono il miglioramento del sistema nazionale di sorveglianza della tubercolosi, anche attraverso la traduzione, a livello regionale, in linee-guida tecniche e operative sulle attività di controllo della malattia, e l'attivazione di un programma informativo-educativo straordinario per la formazione degli operatori sanitari.
24 marzo 2012
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