Rischia di chiudere Il grande cocomero
Medici e operatori dell’Istituto di Neuropsichiatria Infantile del Policlinico Umberto I di Roma, reso celebre anche da un fortunato film di Archibugi, lanciano l’allarme e celebrano provocatoriamente il funerale della struttura.
24 FEB - Un parallelismo inquietante: lo scorso anno è morto Giovanni Bollea, padre della neuropsichiatria infantile; ora, denunciano medici e operatori, rischia di morire la struttura dove questa disciplina si è realizzata, ovvero l’Istituto di Neuropsichiatria Infantile del Policlinico Umberto I di Roma, che il grande pubblico conosce anche grazie al film di Francesca Archibugi
Il grande cocomero.
Le carenze di organico e la precarizzazione di molti rapporti di lavoro, si legge in un comunicato, rendono quasi impossibile rispondere ai bisogni dei ragazzi e delle famiglie, costringendo ad attese di sei mesi per una “prima visita” e, nei casi di adolescenti in crisi grave, a ricoveri “impropri”, spesso in reparti psichiatrici per adulti.
I dati della Regione Lazio per il 2005 indicano infatti che su 2.500 accessi di minori al Pronto Soccorso esitati in diagnosi psichiatrica, solo l’1% viene ricoverato in un reparto di Neuropsichiatria Infantile, mentre gli altri trovano posto in pediatria, nei reparti psichiatrici per adulti o in altri reparti medici.
Per protestare contro questa situazione gli operatori hanno scelto di celebrare un funerale simbolico della neuropsichiatria infantile, che si terrà nell’aula di Via dei Sabelli 108, a Roma, lunedì 27 febbraio alle ore 19.00.
24 febbraio 2012
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