A Bari il cortometraggio ‘Apolide’, sull’amicizia tra un medico e un migrante. Anelli (Fnomceo): “Una storia che incarna i valori del nostro Codice deontologico”
“La storia dell’amicizia tra Mimmo e Dabo, il medico oncologo pugliese e il suo giovane paziente arrivato dalla Guinea a bordo di un gommone, rappresenta l’incarnazione dei valori del nostro Codice di Deontologia, dei principi fondanti il nostro Servizo sanitario nazionale e dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione”, ha commentato il presidente Fnomceo Filippo Anelli intervenuto alla presentazione del cortometraggio.
03 APR - “La storia dell’amicizia tra Mimmo e Dabo, il medico oncologo pugliese e il suo giovane paziente arrivato dalla Guinea a bordo di un gommone, al centro del cortometraggio Apolide, rappresenta l’incarnazione dei valori del nostro Codice di Deontologia, dei principi fondanti il nostro Servizo sanitario nazionale e dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione”. Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo),
Filippo Anelli, è intervenuto ieri, all’Istituto oncologico Giovanni Paolo II di Bari, in occasione della presentazione, in anteprima nazionale, del cortometraggio diretto da
Alessandro Zizzo.
"Tratto da una storia vera - si legge in una nota della Fnomceo -, il film racconta la doppia battaglia di
Dabo, un giovane della Guinea, laureato in Scienze politiche, che si trova ad affrontare prima la traversata verso l’Europa e poi la lotta contro il cancro. Una diagnosi a cui sono seguite le terapie del reparto di oncologia clinica polmonare del Giovanni Paolo II di Bari che, in particolare tramite l’amicizia nata con il medico
Domenico Galetta, ha in qualche modo 'adottato' il ragazzo venuto dal mare. Oggi Dabo, che ha potuto essere curato a carico del nostro Servizio sanitario nazionale, è mediatore culturale in Sicilia e sogna di tornare in Guinea".
“Il legame tra Mimmo e Dabo è profondamente simbolico - ha aggiunto Anelli -. Rappresenta i valori del nostro Codice Deontologico, che impone come dovere al medico quello di accogliere e curare chiunque chieda il suo aiuto,
senza distinzioni di sesso, razza, provenienza, cultura, religione. Esprime i fondamenti del nostro Servizio sanitario nazionale, che è nato con l’intento di erogare a tutti le stesse cure, per mezzo dei principi di solidarietà, equità e universalità".
"Dabo ha potuto usufruire tempestivamente e gratuitamente di strumenti diagnostici e poi di cure innovative ed efficaci, cosa che non avrebbe potuto fare al suo paese:
questo è un diritto di ogni persona che si trova sul territorio italiano, è un diritto di umanità prima ancora che di cittadinanza. Il nostro Servizio sanitario nazionale - conclude Anelli - è nato infatti proprio a garanzia di questi diritti fondamentali previsti dalla Costituzione, quello all’uguaglianza e quello alla tutela della Salute”.
03 aprile 2019
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