San Raffaele. Finita l’epoca di Don Verzé. Inizia l’era “Rotelli”
Conclusa la transazione avviata dal Tribunale fallimentare di Milano. Vince l’offerta di 405 milioni di euro del gruppo ospedaliero San Donato di Giuseppe Rotelli, che conta già 18 ospedali, di cui 17 in Lombardia e uno in Emilia Romagna.
10 GEN - Alla fine è stato Giuseppe Rotelli, patron del gruppo ospedaliero San Donato, ad aggiudicarsi l'ospedale San Raffaele, fondato da don Luigi Verzé. Oggi infatti la cordata Ior-Malacalza non ha presentato un'offerta dai notai Chiodi Daelli entro il termine stabilito per la gara (le ore 12), rinunciando così a rilanciare a 405 milioni di euro, la cifra cioè messa sul piatto da Rotelli.
L'avvocato Francesco Gianni, uno dei legali della Fondazione San Raffaele, questa mattina, in rappresentanza della cordata Ior-Malacalza, si è recato dal presidente della Sezione fallimentare del Tribunale di Milano, Filippo Lamanna, per informarlo sulla rinuncia della stessa cordata a far valere il diritto di prelazione e pareggiare l'offerta di 405 milioni di euro per acquisire il gruppo avanzata dall'imprenditore Giuseppe Rotelli. L'apertura di una nuova gara per acquisire la newco era infatti prevista nell'ammissione al concordato preventivo firmata dai giudici fallimentari alla fine dello scorso ottobre. Le prossime tappe previste sono il deposito della relazione da parte dei tre curatori fallimentari il 13 gennaio, e l'adunanza dei creditori il 23 gennaio.
L'offerta di Rotelli era arrivata lo scorso 31 dicembre, giorno della morte di Don Verzé, quando sul piatto erano stati messi 300 milioni di euro, 50 in più di quelli dell'offerta Ior-Malacalza. Il gruppo Humanitas, inizialmente interessato, alla fine non aveva presentato alcuna offerta. Successivamente il 5 gennaio scorso Rotelli aveva ulteriormente rilanciato, portando la sua offerta a 405 milioni di euro. Ieri il cda del San Raffaele ha ritenuto ammissibile la sua offerta, e oggi la decisione di non pareggiare.
L'ospedale fondato da don Verzé entra così a far parte del gruppo ospedaliero San Donato che conta 18 ospedali, di cui 17 in Lombardia (tra cui i due Ircss Policlinico San Donato e Istituto ortopedico Galeazzi e la casa di cura priva La Madonnina) e uno in Emilia Romagna, 3.956 posti letto, 2,4 milioni di pazienti l'anno, 193.000 pazienti l'anno in emergenza urgenza, 9.012 addetti di cui 2.275 medici specialisti. Raccoglie l'8% dei posti letto della regione Lombardia, fa il 9% dei ricoveri regionali, e il 12,1% del fatturato della regione per i ricoveri provenienti da altre regioni, nonche' il 26,7% di tutti i ricoveri ordinari delle aziende di diritto privato accreditate con il servizio sanitario regionale. E' anche sede del corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, Scuole di Specialità, e progetti di ricerca clinica in Ortopedia, Cardiologia, Cardiochirurgia, Chirurgia Vascolare. L’origine del Gruppo Ospedaliero San Donato risale al 1957, quando il chirurgo Luigi Rotelli fondò, insieme ad altri medici, l’Istituto di Cura Città di Pavia a cui seguì, nel 1969, il Policlinico San Donato.
Il processo di sviluppo, crescita e acquisizioni ha però avuto inizio nel 1980 sotto la guida di Giuseppe Rotelli, figlio di Luigi, docente universitario, e da 31 anni amministratore e presidente del gruppo. Giuseppe Rotelli, dopo la laurea in giurisprudenza nel 1969 all'Università di Pavia, e il suo impegno presso lo stesso ateneo come assistente ordinario alla cattedra di Istituzioni di Diritto Romano, dal 1980 è avvocato. Già dal 1972, su richiesta dell'allora presidente della Regione Lombardia, Piero Bassetti, fa parte del primo nucleo di esperti che costituì l’Ufficio Legale della Giunta Regionale. Per i 15 anni successivi è stato fra i componenti del Comitato di Consulenza legislativa della Regione Lombardia. E' stato anche due volte Presidente del Comitato Regionale per la Programmazione Sanitaria della Regione Lombardia, tra gli estensori del Piano Ospedaliero Regionale approvato nel 1974, e ha partecipato in seguito alla redazione di molte leggi in materia di sanità. Nel 1984 ha coordinato il lavoro di un gruppo di esperti delle quattro Università Lombarde che ha portato alla redazione del primo progetto di Piano Sanitario della Regione Lombardia. E' stato consulente scientifico di tre Ministri della Sanità e, per un anno, del Ministro della Ricerca Scientifica. Nel 1983 è diventato professore di organizzazione e legislazione sanitaria presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano e dal 1980 è alla guida dell’I.R.C.C.S. Policlinico San Donato.
10 gennaio 2012
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