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Homo sapiens. In mostra un viaggio che dura da duecentomila anni


Reperti provenienti da 56 fra musei e istituzioni di tutto il mondo, mai riuniti prima, raccontano il cammino dell’uomo in una mostra internazionale che apre oggi i battenti al Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 12 febbraio 2012

10 NOV - Fossili, scheletri, manufatti, modelli e ricostruzioni video. Il lungo cammino dell’Homo sapiens iniziato duecentomila anni fa in una piccola valle dell’odierna Etiopia è raccolto in una mostra internazionale “Homo sapiens, la grande storia della diversità umana” a Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 12 febbraio 2012.
“Questa mostra racconta da dove veniamo e come siamo riusciti a popolare l’intero pianeta. Ci fa vedere tutto quello che storia e geografia possono insegnarci intorno a quello che abbiamo sempre voluto sapere sul mondo a cui apparteniamo. Perché la cosa più utile che l’uomo può fare è conoscere se stesso” ha spiegato il curatore della mostra Luigi Luca Cavalli Sforza direttore del dipartimento di genetica a Stanford e una delle massime autorità mondiali nel campo della genetica
Reperti provenienti da 56 fra musei e istituzioni di tutto il mondo, modelli e ricostruzioni video spiegano al visitatore che l’uomo è uno, che la storia umana ha un’unica radice.
Manufatti, studi linguistici e genetici mostrano come siamo figli della stessa storia. Spiegano perché una lingua come il basco sia così diversa da ogni altra lingua del mondo e perché alcune lingue lontane come turco e giapponese siano figli di una madre comune. Racconta che Afghanistan, Caucaso e Iraq, oggi luoghi di conflitti sanguinosi, furono un tempo vie di passaggio. Crocevia dell’umanità.
“Grazie alla convergenza di dati paleontologici, archeologici e genetici – ha detto Telmo Pievani, filosofo della scienza e curatore della mostra – possiamo finalmente ricostruire la grande storia della diversità umana letta attraverso i geni, i popoli e le lingue. La mostra Homo sapiens con rigore scientifico, ma anche con l’obiettivo di far comprendere a tutti, spiega perché tutti gli esseri umani sono strettamente imparentati, come ci siamo diffusi e come mai siamo rimasti l’unica specie umana quando fino a poche migliaia di anni fa ne esistevano cinque”.
Il percorso della mostra si articola in sei sezioni. “Mal d’Africa” racconta come l’uomo abbia raggiunto la posizione eretta e camminando ha colonizzato il vecchio mondo. “La solitudine è un’invenzione recente” parla della nostra convivenza con l’uomo di Neanderthal fino alla vicenda del piccolo uomo di Flore. “I Geni, i popoli e le lingue” ricostruisce l’albero genealogico delle diversificazioni dei popoli sulla terra. “Tracce di mondi perduti” fotografa il passaggio alla vita stanziale. “Italia, unità nella diversità” racconta come il nostro paese sia un caso esemplare di diversità biologica che si evolve in unità culturale. “Tutti parenti, tutti differenti” mostra come non esistano razze umane geneticamente distinte tra loro.

10 novembre 2011
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