Al via la seconda edizione del “Premio Sham per la Prevenzione dei rischi” in collaborazione con Federsanità Anci
Per iscriversi al concorso rivolto alle strutture pubbliche, lanciato in Italia dalla mutua assicuratrice Sham con Federsanità Anci, c’è tempo fino a fine agosto. I primi tre classificati riceveranno un riconoscimento in denaro da investire in progetti o azioni volti a consolidare la cultura del risk management nel Paese
22 MAR - Dopo il successo della prima edizione, con 12 regioni coinvolte e 39 progetti ricevuti, torna, per il secondo anno consecutivo in Italia, il "Premio Sham per la Prevenzione dei rischi". Promosso dalla mutua assicuratrice Sham, specializzata nella Responsabilità Civile Sanitaria, in partenariato con Federsanità Anci, il concorso vuole sostenere e valorizzare azioni e progetti messi in atto dalle strutture sanitarie pubbliche al fine di prevenire e contrastare il rischio clinico. Per partecipare, c’è tempo fino al 31 agosto 2017, termine ultimo per inviare la propria candidatura (tutte le informazioni sono sul sito Sham; il formulario dovrà essere compilato e mandato via email Federsanità). Anche per questa edizione, l’ammontare del riconoscimento in denaro che riceveranno i primi tre classificati sarà pari a seimila euro ciascuno. Cifra che dovrà essere investita in ulteriori azioni sulla prevenzione del rischio clinico, affinché venga rafforzato il circolo virtuoso già avviato.
"I risultati raggiunti con la prima edizione del premio - afferma
Christophe Julliard, Ceo Sham Italia - aprono delle prospettive interessanti in un Paese che sta dimostrando di puntare molto sul tema del risk management in ambito sanitario. La strada intrapresa, anche attraverso i primi articoli della legge Gelli, fa pensare che l’Italia abbia l’ambizione di crescere nella gestione del rischio clinico. Proprio per tale ragione, attraverso il premio che riproporremo quest’anno, vogliamo sostenere le strutture della Penisola, non solo riconoscendo loro un ammontare in denaro da investire in ulteriori azioni virtuose, ma anche incoraggiando il dialogo, il confronto e la conoscenza tra gli attori promotori di idee in tale ambito. L’auspicio è che si innesti un processo moltiplicatore di esempi solidi e funzionali a tutti, dal personale sanitario agli assicuratori, fino al paziente, proprio nel campo della gestione del rischio. Ciò significa maggiori tutele, più sicurezza e meno costi".
"Favorire iniziative che puntano al miglioramento della qualità dei servizi erogati nelle strutture sanitarie - spiega
Anna Paola Santaroni, Direttore Generale Acismom Ospedale San Giovanni Battista e Responsabile Risk Management di Federsanità Anci - è una missione per Federsanità Anci e la rinnovata partnership con Sham va proprio in tale direzione. Per troppo tempo, infatti, lo stato di assicurabilità in questo campo è stato quanto mai problematico. Oggi, con l’approvazione del ddl Gelli-Bianco, abbiamo più strumenti. Si promuove, ad esempio, in tutte le realtà coinvolte, la nascita di un centro per il rischio clinico, che valuti gli errori dei professionisti e adotti politiche per prevenirli. Lanciare un concorso che punti a rendere più sicuri i percorsi organizzativi, gestionali e di assistenza significa migliorare le performance riducendo il rischio e favorendo una diminuzione dei comportamenti di medicina difensiva. L’auspicio della partnership è che le strutture sanitarie e ospedaliere italiane investano sempre più in modelli operativi di risk management, al fine di diminuire l’impatto del contenzioso sui bilanci aziendali ed ancor prima, assicurare una maggiore tutela a garanzia dei pazienti".
Per l’edizione 2017, sarà una giuria composta da membri di Federsanità Anci, di Sham Italia e della Direzione Internazionale di Sham, a decretare i vincitori. Ovviamente, dopo aver valutato i progetti ricevuti in base a diversi parametri, a partire dall’originalità e dalla portata innovativa degli stessi. L’azione attivata dovrà quindi essere già stata messa in atto alla data della presentazione della candidatura; ancora, dare luogo a un impegno attivo del personale; presentare un’efficacia misurata con appositi indicatori; mirare al miglioramento della sicurezza delle persone ricoverate o accolte nella struttura; puntare a correggere disfunzioni che potrebbero condurre a dei danni; essere riproducibile in altre strutture, con eventuali adattamenti, ove necessari; rivelarsi utile per il settore sanitario e, infine, presentare una metodologia di elaborazione ben definita.
Lorenzo Proia
22 marzo 2017
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