“I numeri diffusi oggi dal Banco farmaceutico e da Fondazione GIMBE sono estremamente allarmanti. Da un lato, preoccupa il dato sulle persone in povertà sanitaria in Italia, che nel 2024 tocca quota 463mila, in aumento dell’8,43% rispetto all’anno scorso. Letteralmente drammatico, poi, il fatto che la quota dei minori raggiunga il 22%, cioè 102mila giovanissimi. Del resto, si tratta di numeri che non possono sorprenderci, dal momento che il Banco farmaceutico ci ricorda anche che la spesa farmaceutica sostenuta dalle famiglie italiane ha toccato nel 2023 i 23,64 miliardi di euro, in crescita di oltre un miliardo rispetto al 2022”. Lo scrive in una nota Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari sociali alla Camera e coordinatore del Comitato Politico Salute e Inclusione sociale del M5S.
“Cala, inoltre, la quota di spesa a carico del Servizio sanitario nazionale, lasciando oltre 10 miliardi da pagare interamente dalle famiglie, comprese quelle più fragili. Un trend che porta quasi 4 milioni e mezzo di famiglie italiane a ridurre le loro spese per visite mediche e controlli preventivi. Una scelta che porterà ad aumentare il rischio a cui viene sottoposta la salute dei cittadini, in particolar modo dei meno abbienti. Ma le differenze non nascono solo dalle condizioni economiche degli italiani, visto che anche la loro provenienza crea insopportabili differenze. Lo certificano i dati di Fondazione GIMBE sul Fascicolo sanitario elettronico, che sembra non convincere gli italiani, visto che solo il 41% di loro ha espresso il proprio consenso. Ma non lasciamoci ingannare dal dato medio, perché a fronte di numeri molto alti in alcune Regioni del Nord, come ad esempio l’89% dell’Emilia-Romagna, abbiamo a che fare con cifre disastrose al Centro-Sud, come dimostra l’1% registrato in Abruzzo, Calabria, Campania e Molise. Il tutto mentre svariati miliardi destinati dal PNRR alla digitalizzazione del SSN giacciono inutilizzati perché il governo annaspa nella loro spesa. Serve un radicale cambio di passo, su questo aspetto e sul dramma della povertà sanitaria. Non possiamo permetterci di avere una sanità di Serie A e una di Serie B a partire dalle condizioni economiche dei cittadini, o dalla loro provenienza. Speriamo se ne accorga anche il governo Meloni, che finora non ha fatto altro se non peggiorare la situazione”, conclude Quartini.