Stabilità. Carbone (Fials): "Inaccettabile ulteriore blocco dei contratti per i dipendenti pubblici"
Il segretario generale della Federazione italiana autonomie locali e sanità attacca duramente il premier. "Osserviamo una forte diminuzione delle retribuzioni per i dipendenti del comparto sanità che solo nel 2014 è pari ad oltre mille euro, assorbendo enormemente i famosi 80 euro mensili (per chi li ha ottenuti) della televendita di Renzi”.
23 OTT - “Renzi ancora una volta pensa di incantare con le promesse gli italiani, i lavoratori, i disoccupati, i precari, i pensionati. Per il premier l’ultima promessa è sempre superata da un’altra in arrivo. ‘Taglieremo le tasse per 18 miliardi, una cosa mai vista prima’, una manovra finanziaria di 36 miliardi di euro, ‘Ma noi non aumenteremo di una virgola le tasse, anzi le abbasseremo’. Queste le ennesime promesse dell’inguaribile annuncite del Presidente del Consiglio dei Ministri”. E’ la dura presa di posizione espressa da
Giuseppe Carbone, segretario generale della Federazione italiana autonomie locali e sanità (Fials), in merito alla bozza della legge di stabilità del 2015.
Carbone osserva come nel ddl stabilità che non doveva aumentare le tasse spuntano, invece, l'aumento dell'Iva ordinaria e delle accise su benzina e gasolio. “Queste le amare sorprese – attacca - contenute nell’art. 45 del ddl stabilità, al capitolo "Ulteriori misure di copertura". Viene sancito un nuovo aumento dell'Iva standard, un incremento che sarà spalmato su tre anni per l’aliquota del 22% e su due per quella del 10%. E ancora aumenti alle accise per i carburanti. Al momento non viene precisato di quanto percentualmente aumenterà l'Iva ordinaria, salita al 22% dal primo ottobre 2013, ma anche se l'aggravio fosse di un solo punto percentuale l'incremento sarà automatico a partire dal 2016 per arrivare a un'aliquota al 25% per il 2018. Tutto ciò con buona pace per quella spinta ai consumi che forse ora Renzi - incassato il flop del bonus di 80 euro su questo fronte - attende dall'anticipo del Tfr in busta paga”.
Quindi il governo con la manovra definita, denuncia Carbone, annuncia “in pompa magna 18 mld di tasse tagliate, tagli che saranno però finanziati con altri aumenti di tasse: con una mano si dà e con l'altra si toglie. L'esecutivo vuole rassicurare l'Europa sul pareggio di bilancio 2017 e lo fa con i previsti aumenti di Iva e accise. Ma non basta, i governatori regionali confermano che a causa della legge di stabilità si profila un taglio di circa 4 miliardi di euro”.
Il segretario generale della Fials non usa mezzi termini e definisce il premier “forte e potente sui deboli (cittadini, pensionati, dipendenti a reddito fisso, giovani, disoccupati) e debole sui poteri forti (casta politica, ministero della Difesa, ecc.). Ricordiamo bene come Renzi abbia abbandonato il piano Cottarelli che premeva sul taglio della spesa pubblica nel triennio 2014-2016 fino a giungere a risparmi lordi massimi per 34 miliardi in tre anni, con riforme strutturali da varare subito con decreto legge, un nuovo modo di gestire la spesa pubblica ma senza stravolgere il welfare state”.
In ballo c’erano tagli strutturali di 34 miliardi che “avrebbero permesso, anche e solo in minima parte, il riavvio della contrattazione nel pubblico impiego bloccata da cinque anni”.
Proprio su questo ultimo aspetto, prosegue Carbone, “vanno in fumo le belle intenzioni dichiarate da parte del legislatore sui vincoli del blocco dei contratti che non dovevano prolungarsi ulteriormente poiché era stato dimostrato ampliamente che l’apporto del pubblico impiego al contenimento della spesa è assai significativo e che l’effetto di tali disposizioni è stato quello di avere determinato una riduzione assai rilevante del potere d’acquisto dei dipendenti pubblici”.
Ma il ddl stabilità 2015 proroga ancora
il blocco del rinnovo dei contratti per i dipendenti pubblici anche nel 2015, siamo al sesto anno denuncia Carbone, “contrariamente all’impegno annunciato dal Governo nel presentare la riforma del pubblico impiego, negando ulteriormente l'indennità di vacanza contrattuale fino al 2018 e che la mancata e voluta definizione dell’accordo quadro sui nuovi quattro comparti e conseguenti aree dirigenziali, rende di fatto il blocco a tempo indeterminato, con danno economico, e previdenziale crescente, per tutti i dipendenti del Ssn”.
Rimane inaccettabile per la Fials, tuona Carbone, che nella Legge di Stabilità “non ci sia nulla sul rinnovo dei contratti pubblici come quello per i dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale. Avremmo auspicato che Renzi, prima della stesura del ddl stabilità, specie in materia di sanità, convocasse, per il tramite del Ministro della Salute, i sindacati rappresentativi per ricercare le tantissime e spariate soluzioni reali per eliminare sprechi e spese inutili in sanità e recuperare importanti risorse economiche – stimabili oltre 10 miliardi di euro annui – dati Ministero della Salute – per investire parte nel sistema sanitario per servizi più efficienti e parte per il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro”.
Proprio in materia di sanità, il ddl stabilità in bozza conferma, ancora una volta, “il contingentamento del turnover prolungato a tutto il 2015 sottoponendo ad ulteriori sacrifici di attività le scarsissime risorse umane in servizio specie nei reparti con turni massacranti e offensivi della dignità umana e professionale. Se pur positivo l’articolato sulla definizione di ruoli, competenze, relazioni professionali, responsabilità individuali e di equipe su compiti, funzioni ed obiettivi, delle professioni sanitarie infermieristiche-ostetrica, tecniche della riabilitazione e della prevenzione, anche attraverso percorsi formativi complementari, come al solito viene sancito che sarà un’operazione a costo zero per la finanza pubblica. Più funzioni, maggiori responsabilità, minore stipendio”.
Gli effetti del taglio dal 2010 dei fondi contrattuali aziendali hanno determinato, osserva Carbone, “una forte diminuzione delle retribuzioni per i dipendenti del comparto sanità che solo nel 2014 è pari ad oltre mille euro assorbendo enormemente i famosi 80 euro mensili (per chi li ha ottenuti) della televendita di Renzi”.
E ricorda che nei cinque anni dal 2010 al 2014 i dipendenti del comparto sanità “hanno subito una contrazione delle retribuzioni pari circa euro 6.800 di cui 4.000 per blocco degli stipendi e restante euro 2.800 per la diminuzione dei fondi contrattuali aziendali. Ma ancora il ddl stabilità 2015 prevede, all’art. 41 una verifica straordinaria nei confronti del personale sanitario dichiarato inidoneo alla mansione specifica”.
A decorrere dal 1° gennaio 2015 è stabilita una verifica straordinaria, spiega Carbone, con lo scopo di accertare la permanenza delle condizioni psico-fisiche del personale sanitario dichiarato inidoneo alla mansione specifica, nonché personale riconosciuto non idoneo, anche in via permanente, allo svolgimento delle mansioni del proprio profilo professionale, ma idoneo e proficuo al lavoro. La permanenza dei requisiti sanitari previsti viene accertata a cura delle Unità operative Medico-legali dell'Inps.
Il personale che dovesse risultare idoneo dovrà essere ricollocato, entro 30 giorni dal ricevimento della relazione, allo svolgimento delle precedenti mansioni nell'ambito della medesima Asl di appartenenza. Se questo dovesse risultare impossibile, si procederà seguendo le vigenti disposizioni contrattuali in materia di mobilità.
Se poi si amplia lo sguardo a tutto il ddl stabilità, prosegue il segretario Fials, “si anticipa il Tfr solo per i privati, e con tassazione piena, mentre per i dipendenti pubblici persiste il sequestro infruttifero della liquidazione stessa fino a 48 mesi dopo la pensione”.
Come la stessa esenzione dalla contribuzione previdenziale per i primi tre anni per l’assunzione di personale a tempo indeterminato “che non vale per i precari del pubblico impiego e soprattutto quelli della sanità che continuano a lavorare, in tanti, con l’apertura di partite Iva false e pagare di tasca propria assicurazioni diventate obbligatorie”.
“Non ci fermeremo dinanzi a chi pensa di annientare i diritti sacrosanti dei dipendenti pubblici e dei cittadini tutti”, questo il monito finale di Carbone.
23 ottobre 2014
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