Over 65 pigri e in sovrappeso
L’Iss pubblica i dati derivanti dal progetto europeo CHANGE sugli stili di vita della popolazione con più di 65 anni di età. Gli anziani italiani sono i più “pesanti” d’Europa, sono disinteressati a tenere uno stile di vita più attivo e i meno soddisfatti della propria vita.
03 DIC - Sono fuori forma, si muovono poco e non sono motivati a migliorare lo stile di vita. È il ritratto degli anziani italiani fatto dall’Istituto superiore di sanità nell’ambito del progetto europeo CHANGE (Care of Health Advertising New Goals for Elderly people) che assieme ad altri quattro paesi membri dell’Unione Europea (Austria, Spagna, Polonia e Lituania) ha raccolto i dati sugli stili di vita della popolazione con più di 65 anni.
I dati presentati oggi mostrano una situazione preoccupante, a cominciare dal peso: il 78 per cento degli anziani italiani ha un indice di massa corporea superiore a 25, quindi classificabile come sovrappeso. Si tratta del valore più alto nei Paesi partecipanti allo studio (dove la media è del 68 per cento).
La maggior parte (53%) vive in famiglia e per il 40 per cento vive da solo, tuttavia vi sono grandi differenze nelle diverse realtà territoriali: in Italia, così come in Polonia e Spagna la maggior parte vive in famiglia (70% circa), mentre in Austria e Lituania per il 54 per cento vive da solo. In Italia, Polonia e Spagna un ambiente sociale meno disgregato ha favorito il mantenimento dell’anziano in un tessuto connettivo relazionale che potenzialmente potrebbe permettere una più agevole compensazione della mancanza di autosufficienza ed un migliore reinserimento sociale.
Il livello di scolarità è risultato assai disomogeneo: mediamente alto in Lituania e Polonia (35% e 17% rispettivamente è laureato) mentre in Italia quasi la metà ha solo il diploma di scuola elementare.
Il campione di anziani italiani, nel complesso, si è mostrato più pigro degli altri. Infatti, al di là della percentuale di soggetti sovrappeso più elevata di tutti e del BMI medio più elevato, gli italiani sembravano essere anche quelli meno interessati a tenere uno stile di vita più attivo e dinamico.
“Il modello formativo promosso dal progetto CHANGE da un lato ha promosso un potenziamento delle competenze dei mediatori sanitari, dall’altro ha attivato un processo virtuoso in alcuni comportamenti negli anziani o, perlomeno, è nata o si è rafforzata in loro la volontà di intraprenderli”, ha commentato Marco Giustini, responsabile scientifico del progetto. “Il camminare, per esempio, oltre ad essere un’occasione frequente per fare un po’ di attività fisica, sembra anche essere l’attività maggiormente implementabile sia in termini di frequenza settimanale, sia in termini di durata. In alcune realtà, ed è il caso proprio dell’Italia, il ballo, attività per eccellenza socializzante, ha mostrato in seguito all’intervento del mediatore sanitario un incremento significativo in termini di frequenza”.
Gli stili alimentari risentono abbastanza delle tradizioni nazionali: tra l’80% e il 95% ha dichiarato di consumare pane, pasta, riso e cereali 3 volte a settimana o più. Un po’ ovunque il consumo giornaliero di frutta, verdure e legumi si presenta elevato, specialmente in Italia e Spagna per quanto riguarda la frutta fresca (rispettivamente 66% e 75%) e Polonia e Italia nel caso di verdure e legumi (47% e 39% circa). Appena il 15% del campione italiano si è dichiarato abbastanza o molto soddisfatto della propria vita attuale, contro il 21% dei lituani, il 42% degli spagnoli, il 48% dei polacchi e il 72% degli austriaci.
03 dicembre 2010
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