Sigarette elettroniche. Produttori e operatori in piazza contro nuova tassazione
Presidio a Montecitorio con oltre 700 persone. Spiacciariello (Anafe): "Chiediamo incontro con sottosegretario Economia Giorgetti". La protesta è contro la tassazione decisa dal governo per rinviare aumento Iva. Zanetti (Sc): "Assurdo non prevedere un regime transitorio".
09 LUG - "Non siamo in fumo". E' questo lo slogan scelto dai manifestanti che si sono riuniti oggi sotto piazza Montecitorio per partecipare al sit in promosso dall'Associazione nazionale fumo elettronico (Anafe). Al centro della protesta la maxi tassa del 58,5% sulle e-cig, disposta dal governo lo scorso 26 giugno per bloccare l'aumento Iva almeno fino a giugno.
''La tassazione a cui stanno pensando - spiega uno dei manifestanti - equipara le sigarette elettroniche a quelle sigarette tradizionali. Ma le e-cig non sono tabacco, fanno meno male e faranno risparmiare allo Stato in termini di spesa sanitaria in prospettiva''. Le preoccupazioni maggiori sono legate al mercato che, negli ultimi dodici mesi, ha registrato un vero e proprio boom: sono nate circa 3mila imprese e oltre 5mila persone hanno investito i propri risparmi in questo business.
''Questa tassa si attesta al 58,5% e se sommata all'Iva ci farebbe avere un aggravio addirittura maggiore di quello delle sigarette", spiega
Franco Spicciariello, portavoce Anafe, che contesta anche il passaggio del settore sotto i Monopoli di stato. "Il mercato si sposterebbe tutto online con conseguenti rischi legati alla sicurezza e al controllo dei prodotti - rileva - Da mesi chiediamo un incontro con il sottosegretario all'Economia Alberto Giorgetti - aggiunge - ci sembra che chi ha scritto il decreto, soprattutto la relazione tecnica, non conosca il settore e noi siamo pronti a fornire tutti i dati di cui disponiamo''.
Rabbiosa anche l'analisi di
Umberto Roccatti, nella doppia veste di produttore (ad dell'azienda torinese
Puff) e vicepresidente dell'Anafe. "Un fatturato record quello prodotto nel 2012 dal mercato delle e-cig che ha sfiorato i 350 milioni di euro, del quale - ha sottolineato - rimarrà ben poco: l'aumento esponenziale dei prezzi bloccherà il mercato anche a scapito dei produttori stranieri e per colpa di una lobby contraria all'espansione, noi che abbiamo investito e dato lavoro in questi mesi di crisi a fa note persone pagherò il prezzo di averci creduto".
Sulla questione è intervenuta anche Scelta Civica, che ha incontrato una delegazione di manifestanti. Il responsabile 'Finanze e fisco' di Sc,
Enrico Zanetti, ha poi affermato. "Vengono introdotte ex novo procedure di autorizzazione preventiva e depositi cauzionali onerosi - ha osservato - per poter svolgere l'attività senza nemmeno prevedere un adeguato regime transitorio. Ancora più assurdo è che l'elevata imposta di consumo si applichi non solo sulla nicotina o sui liquidi, cosa francamente ragionevole, ma anche sugli apparecchi elettronici e persino sui pezzi di ricambio. Facile prevedere che simili misure non daranno un effettivo maggiore gettito".
Sulle sigarette elettroniche "occorre fare una discussione non solo dal punto di vista fiscale". Il sindaco
Ignazio Marino si è fermato in piazza Montecitorio a parlare con il presidio di manifestanti. Il sindaco ha fatto sapere che nei prossimi giorni presenterà "un documento insieme all’associazione 'I think'". Il nodo della questione, secondo il sindaco, "è se deve essere favorito o sfavorito il commercio di prodotti che non eliminano ma riducono il danno alla salute rispetto alle sigarette normali".
09 luglio 2013
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