Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Sabato 17 AGOSTO 2024
Cronache
segui quotidianosanita.it

Malattie rare. Uniamo Firm: “L’assistenza costa alle famiglie fino a 8 mila euro l’anno”


E al Sud ci sono difficoltà ad arrivare a fine mese. Solo l’8,4% delle famiglie ha contributi economici. È quanto emerge da un’indagine svolta dalle Associazioni dei malati rari che propongono correttivi normativi e organizzativi a partire dall’aggiornamento dell’elenco delle malattie rare

25 OTT - È una strada tutta in salita quella dei malati rari e delle loro famiglie. I tempi per ricevere una diagnosi sono mediamente lunghi e tre persone su dieci, soprattutto del Sud, sono costrette a emigrare in altre Regioni per riceverla. Poco più di un malato su dieci non ha un centro di competenza a cui fare rifermento, ma anche chi lo ha paga lo scotto di percorrere distanze enormi, fino a 200 km, pagando le trasferte di tasca propria. E ancora circa sei persone su dieci sono poco o per nulla autonome e hanno bisogno di un’assistenza continuativa che il territorio spesso e volentieri non è in grado di offrire, per cui una famiglia su 4 deve ricorrere a personale a pagamento con un spesa media di circa 400 euro al mese. Soprattutto l’assistenza a un malato raro, che include riabilitazione, protesi/ausili, controlli, visite specialistiche, incide pesantemente sul bilancio familiare: la spesa media annua è di circa 3.350 euro che possono arrivare a 6.850 euro nei casi più gravi. I malati rari delle Regioni del Sud non arrivano a fine mese.
 
Sono questi i dati emersi dall’indagine svolta da Uniamo Fimr Onlus, la Federazione delle malattie rare, nell’ambito del progetto Diaspro Rosso finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e presentata oggi alla sala delle conferenze alla Camera. Obiettivo: creare un sistema di rilevazione dei bisogni assistenziali del malato raro, analizzando i costi sociali ed economici che questo comporta per il nucleo familiare, ma anche elaborare e proporre specifiche misure di sostegno per i malati rari a fronte di bisogni e criticità rilevate.
L’indagine che ha interessato nove territori regionali partner del progetto – Veneto, Liguria, Toscana, Puglia, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia – è stata condotta da luglio e ottobre del 2012 e ha coinvolto oltre 200 famiglie di persone affette da Sindrome da delezione del Cromosoma 22Q11.2 (Sindrome di Di George), distrofia Muscolare di Duchenne, Corea di Huntington, Sclerosi Tuberosa e Sindrome di Williams.
 
È un quadro preoccupante quello che emerge dall’indagine: fotografa un’offerta dei servizi frammentata, con differenze non solo da Regione a Regione, ma a volte anche nell’ambito della stessa realtà locale. Tra i problemi più sentiti c’è la carenza nell’erogazione di prestazioni di tipo riabilitativo per cui in 1 caso su 3 le famiglie contribuiscono, in toto o in parte, al pagamento di questo servizio con una spesa media annua di 1.350 euro. A questa si aggiunge la terapia occupazionale e/o gli esercizi per le attività quotidiane, a pagamento in quasi 4 casi su 10 con una spesa media annua di 1.800 euro e anche l’assistenza psicologica ai famigliari (24,7%), a carico delle famiglie in un caso su 2 (spesa media annua di mille euro).
 
Non solo, a fronte di un notevole impegno economico delle famiglie – solo l’8,4% è beneficiaria di contributi economici da parte della Regione, della Provincia, dei Comuni e/o loro delegati nel 2011 – si segnalano problemi anche rispetto al riconoscimento della patologia rara in sede di commissione per l’invalidità civile e l’indennità di accompagnamento. Insomma oltre alle difficoltà legate alla malattia che compromette la qualità di vita dei malati rari si aggiungono anche costi diretti e indiretti che aggravano la loro situazione: la vita lavorativa dei familiari è messa a dura prova nei primi 3 anni successivi all’insorgenza dei sintomi della malattia e una persona su due dichiara di avere problemi sul lavoro. Difficoltà si registrano anche successivamente anche se in misura leggermente più contenuta (38,5%).
 
Le proposte. Bisogna dare risposte immediate, per questo Uniamo Fimr Onlus ha presentato i suoi desiderata. Occorre aggiornare l’elenco delle malattie rare e rivedere i Lea per le malattie rare (aggiornare il nomenclatore di protesi/ausili e presidi; rivedere le modalità di accesso ai farmaci e ai prodotti dietetici; etc). E ancora c’è la necessità di riorganizzazione della rete dei Centri di Competenza, per garantire ai malati rari l’effettivo expertise necessario in sede diagnostica e terapeutica-assistenziale. Bisogna poi rivedere le norme sull’erogazione dei sussidi per evitare frammentarietà e disequità di trattamento, anche attraverso la semplificazione delle procedure burocratiche.
Infine per quanto riguarda gli aspetti infrastrutturali e organizzativi è importante che si proceda all’implementazione del Fascicolo sanitario elettronico “nella logica di far viaggiare l’informazione e non i pazienti”. Ma bisogna anche mettere a regime i Registri regionali dei malati rari, favorire l’utilizzo della telemedicina, potenziare le help-line e gli sportelli per le malattie rare, ed anche potenziare l’assistenza territoriale e i servizi di sollievo e di sostegno psicologico alle famiglie. Oltre che a sostenere l’inserimento lavorativo.

25 ottobre 2012
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Cronache

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy