La salute sessuale in Europa: infezioni in aumento
09 SET - Oltre 3640 milioni di infezioni sessuali all’anno in tutto il mondo, 111 milioni delle quali tra i ragazzi al sotto dei 25 anni di età. I dati, presentati oggi dalla Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia), arrivano dall’Oms, che tra le malattie sessualmente trasmissibili (Mst) cita, al primo posto, le infezioni da clamidia (90 milioni di casi all’anno). Una situazione preoccupante che ha spinto la stessa Oms ad includere la lotta alle Mst tra le assolute priorità di salute pubblica. In Italia, secondo i dati dell’Iss, sono oltre 100 mila ogni anno le visite specialistiche effettuate per un sospetto di Mst.
In Europa spicca il dato della Gran Bretagna: il sesso non protetto sta causando un allarmante aumento delle infezioni sessuali fra i giovani inglesi fra i 15 e i 24 anni e le più a rischio sarebbero le ragazze, più vulnerabili perché facilmente convincibili a non usare il preservativo (che resta la miglior arma per la prevenzione). A dirlo, l’ultimo report della Health Protection Agency (agosto 2010), che ha conteggiato quasi 500mila nuovi casi (482.696) di malattie infettive a trasmissione sessuale nell’ultimo anno, con un aumento del 3% rispetto al 2008, anche se a detta degli esperti i numeri potrebbero essere più alti, visto che non sempre le persone si fanno visitare per tali infezioni. Il disagio più comune è la Clamidia, con un +7% mentre la gonorrea ha fatto registrare un +6% e l’Herpes genitale ha superato il 5%. In regressione, invece, condilomi e sifilide. Le più esposte sono le ragazze sui 19-20 anni, mentre la fascia d’età 20-23 è quella più a rischio per i maschi. Si è anche notato come una persona su dieci che si è ammalata abbia poi contratto una seconda infezione nel giro di un anno
In Europa, un dato preoccupante è l’aumento dei casi di sifilide, inoltre, le epidemie di Mst nelle zone dell’est europeo sono potenzialmente un problema che riguarda l’intera Europa. Quasi tutti gli stati membri hanno un sistema di sorveglianza sulle Mst; più del 90% ha cliniche specializzate, ma solo il 60% possiede linee guida per la gestione e il trattamento. Nel 56% dei Paesi, i servizi relativi alle malattie sessualmente trasmissibili fanno parte delle cure primarie e solo il 30% ha un programma nazionale strutturato di controllo e trattamento.
La pillola contraccettiva
Una recente ricerca europea, condotta in occasione dei 50 anni della pillola, ha rivelato che:
• il 66% delle donne ha provato la pillola. La percentuale è molto più alta in Germania, Francia e Svezia, dove raggiunge circa il 90%, molto più bassa in Grecia (24%), Ucraina (27%), Turchia (26%). L’Italia è allineata alla media europea con il 68% che dice di aver provato la pillola
• il 71% delle donne dice di aver utilizzato il preservativo
• attualmente la pillola è il metodo contraccettivo più utilizzato (24%); seguita dal preservativo (23%). Un altro 23% però non utilizza al momento alcun contraccettivo: il 30% è incinta o desidera una gravidanza, il 15% non ha una relazione, il 10% crede di non poter avere figli, un 6% definisce se stessa o il suo partner infertile e l’8% è spaventata dai possibili effetti indesiderati dei contraccettivi (non specificatamente quelli ormonali)
• la prima volta si sceglie più frequentemente il preservativo (49%), il 21% preferisce la pillola e il 14% fa affidamento sul coito interrotto. Il 18% non ha utilizzato alcun metodo contraccettivo la prima volta. In Grecia, la prima volta il 79% ha utilizzato il preservativo e solo l’1% la pillola, il 14% il coito interrotto. In Olanda, il 55% ha usato la pillola e il 54% il preservativo, appena il 4% il coito interrotto.
09 settembre 2010
© Riproduzione riservata