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Cecos Italia: “Legge 40 rimane un castello di carte”


23 APR - Maria Elisabetta Coccia,  Professore Associato ginecologia e Ostetricia all' Università degli Studi di Firenze Presidente dell’associazione Cecos Italia, che raggruppa i maggiori Centri di fecondazione assistita in Italia che complessivamente effettuano circa 10.000 cicli all’anno, così commenta la decisione del Tribunale di Firenze:
 
“La legge 40 rimane un castello di carte, ed è necessario dare risposte concrete a migliaia di coppie che non possono avere figli perché sterili in quanto non hanno ovuli o spermatozoi. Il divieto dell’applicazione alla fecondazione eterologa dalla decisione del Tribunale di Firenze appare in contrasto  con i principi costituzionali del nostro paese.   I ricorsi delle coppie non possono e non devono rimanere inascoltati ,auspichiamo un cambiamento della legge 40/2004.
 
I dati dell’Osservatorio sul turismo procreativo ormai sono noti a  tutti. Migliaia di coppie si rivolgono a centri esteri per effettuare tecniche di procreazione assistita eterologa (con gameti maschili e femminili) . Questa tecnica viene pratica con modalità di accesso diverso in quasi tutti i paesi europei e le nostre coppie debbono sostenere alti costi economici ed essere esposte a rischi di salute, mentre  il nostro paese paga anche costi sociali per le assenze dal lavoro.
Il dibattito – prosegue la nota - è molto sentito dall’opinione pubblica italiana e l’ultimo parere del Comitato Etico Nazionale di Bioetica ha affrontato alcuni aspetti del problema, con pareri non sempre unanimi.
La legge italiana deve facilitare e sostenere tutte le coppie che non riescono ad avere figli perché sterili, come avviene negli altri paesi e non ostacolare le migliaia di persone che desiderano fortemente un figlio in un paese ad alta denatalità come l’Italia.
 
Dovremo cercare, in un futuro prossimo, di andare verso  una regolamentazione giuridica che soddisfi in modo equo le diverse etiche sociali nel nostro paese. Noi Cecos siamo pronti ad un confronto con le istituzioni per trovare una soluzione che interrompa questi viaggi della speranza, di tante coppie che desiderano un figlio e si rivolgono a centri che non sempre danno garanzie di  qualità e affidabilità. Teniamo conto che non significa fare la battaglia per le "mamme nonne" perché, ahimè, oggi in Italia la richiesta viene maggiormente da donne operate alle ovaie che hanno perso la loro riserva ovarica. 
 
I temi fondamentali di discussione sono principalmente: l’anonimato parziale dei donatori (l’accesso alle sole informative genetiche), l’anonimato totale (sia genetiche che anagrafiche), rispetto al concepimento (protezione della privacy) e screening dei donatori e donatrici di gameti, le modalità di accesso alla tecnica. Una condizione però è necessaria:  che  il dibattito sull’eterologa  possa trovare uno spiraglio di confronto, perché favorire la fecondazione eterologa  significa promuovere solidarietà e altruismo tra le persone. Siamo contro ogni forma di commercializzazione e siamo convinti che la gratuità di un dono non può essere negata e le coppie sterili sentirsi discriminate”.

23 aprile 2013
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