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Ministero. L’obiezione nel 2010 si è stabilizzata


03 APR - Secondo la relazione annuale del ministro della Salute, presentata ad ottobre, sulla attuazione della legge 194/ riferita al 2011, nel 2010 si è registrata una “stabilizzazione generale del fenomeno dell’obiezione di coscienza tra i ginecologi e gli anestesisti, dopo un notevole aumento negli ultimi anni”.
 
La fotografia che emerge dalle 40 pagine della relazione, completa di grafici e tabelle, è quella di un Paese come sempre diviso, dove sia l’erogazione di servizi in materia di maternità che di interruzione volontaria di gravidanza ma anche di obiezione di coscienza è molto diversa da regione a regione.
 
Per quanto riguarda l’obiezione di coscienza, la relazione della Salute a livello nazionale, per i ginecologi fa sapere che si è passati dal 58,7% del 2005, al 69,2% del 2006 con un incremento dunque importante, poi però nel corso degli anni successivi 2007- 2010 la situazione si è stabilizzata intorno al 69%.
Per gli anestesisti, negli stessi anni, il dato è passato dal 45,7% al 50,8%. Per il personale non medico si è osservato un ulteriore incremento, con valori che sono passati dal 38,6% nel 2005 al 44,7% nel 2010.
 
Se analizzato per aree geografiche il dato fa notare che le percentuali più alte di obiezione di coscienza, superiori all’80%, si registrano nel meridione: 85,2% in Basilicata, 83,9% in Campania, 85,7% in Molise, 80,6% in Sicilia. Con ul’eccezione di Bolzano che registra l’81%. Anche per gli anestesisti i valori più elevati si osservano al sud (con un massimo di più di 75% in Molise e in Campania e 78,1% in Sicilia) e i più bassi in Toscana (27,7%) e in Valle d‟Aosta (26,3%). Per il personale non medico i valori sono più bassi, con un massimo di 86,9% in Sicilia e 79,4% in Calabria.

03 aprile 2013
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