RU 486. Nel 2011 si stimano 7000 aborti farmacologici. Il doppio del 2010
09 OTT - L‟iter di autorizzazione in commercio in Italia del mifepristone (RU 486) si è concluso il 30 luglio 2009, quando il Consiglio di amministrazione dell‟Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha espresso parere favorevole.
Poiché i dati raccolti con la scheda D12/Istat edizione 2010-12 non sarebbero stati disponibili fino al 2012 per il monitoraggio di questa metodica, il Ministero della Salute ha deciso di attivare, per un periodo temporaneo, una specifica raccolta dati con un apposito questionario trimestrale che ha affiancato per il 2010 e 2011 quello attuale del Sistema di Sorveglianza.
Il Ministero della Salute ha chiesto la collaborazione dell‟Istituto Superiore di Sanità per la raccolta e l‟analisi di questi dati. Tutte le Regioni hanno inviato il dato da cui risulta che questa metodica è stata usata nel 2010 in 3836 casi (3.3% del totale delle IVG per il 2010) e 3404 casi nel I° semestre del 2011. L‟uso è avvenuto nel 2010 in tutte le regioni tranne Abruzzo e Calabria e nel 2011 non è stato utilizzato solo nelle Marche.
Questi dati evidenziano che in Italia, con il passare degli anni, è aumentato il ricorso al mifepristone e prostaglandine per l‟IVG, in particolare dal quando è stata autorizzata la sua commercializzazione (luglio 2009). Nel 2010, dai dati riferiti dalle Regioni, 3836 IVG sono state effettuate con questo metodo e 3404 nel primo trimestre del 2011 (che fa supporre a un totale di circa 7000 casi per tutto il 2011).
Il ricorso all‟aborto medico varia molto per regione, sia per quanto riguarda il numero di interventi che per il numero di strutture.
Non si sono evidenziate grandi differenze sulle caratteristiche socio-demografiche delle donne che ne hanno fatto ricorso, anche se in generale sono meno giovani, più istruite, in maggior proporzione di cittadinanza italiana e nubili rispetto a tutte le altre che hanno abortito nello stesso periodo.
Nel 98.7% queste IVG sono avvenute entro i 49 giorni di gestazione, come indicato in Italia (Supplemento ordinario della GU del 9/12/2009). Molte donne hanno richiesto la dimissione contro parere dopo la somministrazione di mifepristone o prima dell‟espulsione completa del prodotto abortivo, con successivi ritorni in ospedale per il completamento della procedura e nel 95% dei casi le donne sono tornate al controllo nella stessa struttura.
Nel 96.1% dei casi non vi è stata nessuna complicazione immediata e la necessità di ricorrere per terminare l‟intervento all‟isterosuzione o alla revisione della cavità uterina nelle donne che avevano avviato la procedura dell‟IVG farmacologica si è presentata nel 5.9 % dei casi. Anche al controllo post dimissione nel 92.0 % dei casi non è stata riscontrata nessuna complicanza. Questi dati sono simili a quanto rilevato in altri Paesi e a quelli riportati in letteratura.
09 ottobre 2012
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