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La salute è diventata una merce

04 OTT - Gentile Direttore,
lo scorso 28 settembre a Napoli in occasione delle “Giornate nazionali dei Servizi Pubblici – Orientati dalla Costituzione” organizzate da CGIL-FP, si è parlato di salute e sanità; all’ evento “La salute non è una merce ma un fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” sono intervenuti, Nino Cartabellotta presidente GIMBE, il neo ministro della salute Roberto Speranza, l’ ex ministro della salute Rosy Bindi (relatrice della L.229/99 più nota come riforma sanitaria ter) e altri autorevoli esponenti in materia.

Tutti i partecipanti hanno convenuto sulla necessità di rilanciare un SSN allo sbando, per questo urge avviare una nuova stagione di investimenti per 1) assumere personale, 2) arginare la privatizzazione occulta del SSN e recuperare un ruolo più centrale dello Stato nella facoltà di indirizzo e verifica sulle Regioni, pena l’ aumento delle disuguaglianze.

Si rivela necessario, a detta dei relatori, recuperare la salute come diritto fondamentale e non concepirla come merce, orientati dalla Costituzione, come riporta il sottotitolo dell’evento.

Già che si avverta il bisogno di ri-tornare a ri-affermare il dettato dell’art. 32, vuol dire che da esso ce ne siamo distaccati…e parecchio!

La salute, infatti, da diritto fondamentale è già diventata una merce, un bene posseduto da coloro che se lo possono permettere, alla stregua di qualsiasi altro bene di consumo: chi dispone di maggiori possibilità finanziarie, paga ed ottiene le prestazione sanitarie, chi non dispone di risorse economiche, perché senza lavoro o precario, invece andrà ad incrementare la percentuale di coloro che rinunciano alle cure.

Tutto ciò perché la nostra classe politica, ignorante e collusa, ha fatto in modo che l' organizzazione sociale del nostro paese, in cui lo Stato si prende carico dei più deboli, dei malati, dei disoccupati e della vecchiaia, garantendo benessere ed elevata qualità di vita a tutti come previsto dalla Costituzione, si sgretolasse a favore di un organizzazione altra della società guidata dal capitalismo dei mercati e dell’economia dei profitti, nemici dello stato sociale, come previsto dai Trattati europei.

La nostra classe politica dunque applicando supinamente le prescrizioni dei Trattati e tradendo la Costituzione, ha contribuito alla realizzazione di un progetto politico ed economico volto a riportare nello spazio del mercato tutto quanto era stato sottratto ad esso dallo sviluppo dello stato sociale; e ai mercati, si sa, non interessa il diritto alla salute dei cittadini ma persegue come unici obiettivi il profitto ed il massimo risparmio, pagati in termini di sacrifici sul piano dei diritti dei professionisti sanitari nonché di sacrifici sul piano della qualità delle cure dei cittadini.

Quindi un sottotitolo più adeguato per l’ evento sarebbe stato: "orientati dai mercati e dallo strapotere ultraliberista", non "orientati dalla Costituzione" perché la Costituzione dice tutt'altro!

Per fermare il lento processo di privatizzazione che sta investendo la conquista sociale più grande, per rilanciare il SSN e salvaguardarne i valori fondanti “quota 10” (10mld in 3 anni, qualora confermata nel nadef) serve a nulla! È come somministrare un antibiotico sottodosato per debellare una malattia! È solo una misura demagogica per dire che si sta facendo qualcosa per la sanità ma in realtà sempre all’ interno della gabbia neoliberista in cui lo Stato per poter assumere infermieri e medici è costretto a chiedere in prestito soldi alle banche, al contrario  uno Stato libero e sovrano potrebbe stampare moneta e fare tutta la spesa pubblica di cui necessitano i cittadini.

Quello che serve è capire che lo Stato si è dismesso dalla sua funzione di protezione dei cittadini come indica la Costituzione ed è diventato un azienda che deve aiutare le banche e i mercati finanziari a funzionare; Quello che serve è collegare i problemi del nostro piccolo con i problemi a livello sistemico per creare crepe nel muro del pensiero unico politicamente corretto.

Quello che serve è considerare il rapporto inevitabilmente conflittuale fra Costituzione (diritto alla salute) e Trattati Europei.

Quello che serve è comprendere che oggi per farsi davvero orientare dalla Costituzione urge riappropriarci di quote di sovranità e di sovranità monetaria per la difesa della nostra libertà di professionisti e di cittadini.

Dott. Raffaele Varvara
Infermiere


04 ottobre 2019
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