Autismo. Al Ruggi nasce il laboratorio di videoterapia
Genitori coinvolti in prima persona in sedute di parent training e giovani pazienti incitati a diventare sceneggiatori, registi e protagonisti di un cortometraggio autobiografico, definito “videofarmaco”, che racconta la storia della loro esperienza di cura. Attraverso le registrazioni diventa inoltre più semplice osservare le dinamiche familiari e le problematiche comportamentali su cui è necessario intervenire.
03 OTT - Sarà inaugurato al Plesso Ruggi dell’AOU di Salerno venerdì 4 ottobre il Laboratorio di Videoterapia e Therapeutic Filmmaking per i Disturbi dello Spettro Autistico istituito presso l’ambulatorio di Neuropsichiatria Infantile del professor
Giangennaro Coppola. L’illustrazione del progetto prenderà il via alle ore 10.00 nell’Aula Scozia e, dopo i saluti istituzionali, saranno i vari partner a presentare i primi trattamenti e i risultati già ottenuti dalle giovani ricercatrici impegnate in questa nuova metodologia terapeutica.
“Basandosi sulle teorie e le pratiche più avanzate della Medicina Narrativa contemporanea - riferisce una nota - , che pone al centro la comunicazione, la narrazione e la comprensione delle diverse storie di quanti intervengono nella malattia e partecipano al processo di cura, l’equipe ha elaborato e proposto un primo studio clinico, già approvato dal Comitato Etico Campania Sud e dall’Istitutional Review Board dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale”. La buona riuscita del progetto ha condotto all’apertura di un ambulatorio dedicato esclusivamente alle Videoterapia e al TherapeuticFilmmaking per i Disturbi dello Spettro Autistico.
Il Therapeutic Filmmaking, ossia il processo di fare il film in cui i partecipanti sono coinvolti, è l’elemento metodologico più innovativo e allo stesso tempo più efficace del protocollo proposto dal giovane gruppo di ricerca.
Secondo una metodologia innovativa, che coniuga insieme le tecniche del documentario partecipativo e del counseling strategico breve, l’equipe segue passo passo con le macchine da presa le azioni e le comunicazioni tra i partecipanti, osservando così da vicino le dinamiche familiari e mostrando le problematiche comportamentali su cui è necessario intervenire. I genitori sono coinvolti in prima persona in sedute di parent training e i giovani pazienti sono incitati a diventare sceneggiatori, registi e protagonisti di un cortometraggio autobiografico, definito “videofarmaco”, che racconta la storia della loro esperienza di cura.
Sotto la direzione del Prof. Coppola, la supervisione del Prof.
Filippo Fimiani, docente di Estetica presso l’Università degli Studi di Salerno, e
Filippo Petruccelli, docente di Psicologia dello Sviluppo presso l’Istituto per lo Studio delle Psicoterapie di Roma, insieme alla Prof.
Valeria Verrastro e alla dott.ssa
Francesca Operto, insieme ai partner Associazione Culturale Gruppo Pensiero e Associazione Sviluppo psicosociale,il gruppo di ricerca ha concluso con successo i primi trattamenti e sta adesso lavorando per ampliare il campione.
03 ottobre 2019
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