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Assistenza domiciliare. Nasce a Napoli l’Associazione italiana cure domiciliari

Il neo-presidente Stanislao Napolano: “L’esigenza principale è l’uniformità delle prestazioni da garantire, che devono essere catalogate e offerte in modo uniforme su tutto il territorio regionale e nazionale. Il venir meno di un tale principio, comporta la disuguaglianza tra cittadini di fronte alla malattia ed alla sua cura, negando il cardine Costituzione dell’articolo 32”.

01 MAR - Si è costituita nei giorni scorsi, d’innanzi al notaio Alessandro Zampaglione a Napoli, l’Associazione italiana cure domiciliari. Il neonato organismo di rappresentanza è composto dai maggiori esperti di Cure domiciliari della Regione Campania. Tra gli altri Antonio Maddalena, Anna Marro, Annalisa Di Palma, Gabriele Peperoni, Stanislao Napolano, Antonio Di Bello, Ciro Schiano, Pietro Di Girolamo, Antonio Chiacchio, tutti attivi nelle varie Asl della Campania e con ruoli anche nei sindacati di categoria.  Entro il mese prossimo si avvierà la costituzione delle sezioni regionali di Sicilia, Abruzzo, Lazio, Lombardia, Toscana, Veneto.

“L’iniziativa nasce per un esigenza non più rinviabile – si legge in una nota - di contribuire a produrre dei protocolli operativi, per garantire l’assistenza e le cure domiciliari ai pazienti dimessi dagli ospedali o la presa in carico di pazienti, con patologie croniche riacutizzate. Una iniziativa che parte dal Mezzogiorno d’Italia, in un momento di grave crisi e di arretramento della Sanità del nostro Sud. Purtroppo oggi, vi sono diverse normative che indicano quali processi occorre avviare per l’assistenza dei pazienti a domicilio. Per la Campania la delibera n. 41 del 2011 e il Dca n. 1 del gennaio 2013. Strumenti che però presentano delle lacune, vanno corretti, in alcuni casi vanno ridimensionati, per l’impatto negativo che producono nell’iter burocratico amministrativo di presa in carico dei pazienti”.

Attualmente in Campania il servizio è garantito per il I livello da personale esterno e per il II e III livello da personale interno aziendale. A Napoli  nord invece delle cure domiciliari se ne occupa per il I e II livello personale infermieristico e di fisioterapia fornito dai centri accreditati (ex articolo 26 legge 833/78) e per il III livello cure palliative da personale interno ospedaliero. A Napoli Sud il servizio è garantito con personale misto, prevalentemente esterno alla Asl. Ad Avellino ci lavora solo personale esterno e convenzionato. A Caserta personale misto sia interno, che fornito dai centri accreditati per la riabilitazione. A Salerno infine, il servizio è garantito con personale esterno.

“L’esigenza principale è l’uniformità delle prestazioni da garantire – avverte Stanislao Napolano - che devono essere catalogate e offerte in modo uniforme su tutto il territorio regionale e nazionale. Il venir meno di un tale principio, comporta la disuguaglianza tra cittadini di fronte alla malattia ed alla sua cura, negando il cardine Costituzione dell’articolo 32”. “A ciò si aggiunge la necessità di un’organizzazione specifica con proprio personale che si faccia carico di questi pazienti – aggiunge Gabriele Peperoni - e una maggiore attenzione agli aspetti sanitari, rispetto a quelli di sostegno sociale, anche se pur essi importanti”.

I malati che entrano nel percorso delle cure domiciliari sono in effetti pazienti particolari che necessitano di assistenza e cure specifiche – spiegano i camici bianchi che hanno dato vita all’associazione - in quanto presentano quadri clinici molto complessi, come quelli da malattie neurodegenerative tipo la Sla in fase avanzata o terminale, le malattie genetiche altamente invalidanti come la S. di Werdnig Hoffman, le neoplasie e le leucemie in fase avanzata o terminale, per tale motivo vi è l’esigenza di un’organizzazione altamente qualificata e specialistica, che garantisca tutto ciò che al paziente necessita, come se fosse ancora in carico all’ospedale, sollevando le famiglie da oneri in molti casi ingiustificati. Il principio della domiciliarità è dunque in funzione di un aspetto psico-sociale che porta a una migliore risposta del paziente al suo stato di malattia e una migliore condizione per la famiglia nell’accudirlo, ma non deve essere un modo per sbarazzarsi di un soggetto che occupa un posto letto, che in molti casi potrebbe sembrare inappropriato.

Il direttivo nazionale:
Presidente: Stanislao Napolano (specialista ambulatoriale Asl Napoli 2 nord)
Vice Presidente Vicario: Ciro Schiano (area della specialistica ambulatoriale)
Vice Presidente: Antonio Maddalena (resp. area cure palliative)
Vice Presidente: Pietro Di Girolamo (resp. area della medicina generale)
Segretaria: Simona Vetrella (resp. area dell’onco-ematologia pediatrica)
Tesoriere: Salvatore Di Bello (resp. area del comparto)
Consigliere: Gabriele Peperoni (rapporti con Fnomceo ed istituzioni sanitarie)
Consigliere: Annalisa Di Palma (resp. area anziani)
Consigliere: Anna Marro
Consigliere: Antonio Chiacchio (comunicazione)

Ettore Mautone

01 marzo 2018
© Riproduzione riservata

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