Terra dei Fuochi. Regione invia relazione a Ministero: “Ecco cosa stiamo facendo”
Muovono i primi passi le Asl campane per attuare le azioni, un vero e proprio Piano sanitario, previsto dal decreti commissariali di giugno scorso (decreto commissariale n. 38 del 1° giugno del 2016). I fondi della prima tranche (17 milioni) sono materialmente girati alle Asl alla fine di novembre. In pista anche il Piano oncologico regionale
03 GEN - Livelli di assistenza e Terra dei Fuochi: ovvero prevenzione primaria e secondaria, Piano oncologico regionale e utilizzo dei fondi ministeriali (17 milioni) relativi alla prima tranche dei 33 destinati alla Campania per le attività nei 90 Comuni di Terra dei Fuochi. Muovono i primi passi le Asl campane per attuare le azioni, un vero e proprio Piano sanitario, previste dal decreti commissariali di giugno scorso (decreto commissariale n. 38 del 1° giugno del 2016) e materialmente girati alle Asl alla fine di novembre, dopo cinque mesi di bagnomaria.
“Tale decreto – si legge nella relazione che la Regione Campania si accinge a inviare al ministero della Salute - rappresenta il primo documento formalizzato dalla Regione Campania relativamente alle attività sanitarie previste dalla Legge 6 del 2014, secondo le linee di indirizzo dell’Istituto Superiore della Sanità. Le risorse per gli interventi sanitari sono state assegnate alla Campania il 18 marzo 2015 con Decreto ministeriale senza che la precedente Giunta regionale elaborasse un piano di azioni formalizzato. Con il cambio delle’esecutivo a maggio 2015, il neo Presidente eletto, secondo la nuova normativa, non avendo le funzioni di Commissario alla Sanità, non ha potuto dare attuazione alle attività previste pertanto, si è dovuto attendere la nomina dei Commissari governativi, avvenuta a Gennaio 2016, per dare seguito al Programma sanitario, essendo questo individuato tra gli acta assegnati, tra i quali al punto XX è inserito il programma di prevenzione con particolare riguardo alla legge 6/2016 cosiddetta Terra dei Fuochi”.
I controlli sanitari
Le azioni dettagliate nel Decreto 38/2016 sono riportate nella linea “controlli sanitari” del Programma operativo, elaborato dalla Commissione interministeriale. Ciò spiegherebbe il ritardo nella attuazione delle attività, “dato atto – si legge nel documento della Regione - che, non essendo stata programmata, formalizzata e avviata alcuna azione specifica in precedenza, non si poteva procedere alla ripartizione ed assegnazione di tali risorse”.
Tra l’altro le Asl interessate sono state soggette a gestione commissariale fino ad Agosto 2016, mese nel quale sono stati nominati i Direttori generali, che solo allora hanno potuto recepire il provvedimento relativo alla Legge 6/2014 e darne attuazione. Successivamente con decreto n. 347 del 22 novembre scorso sono state assegnate le risorse (i 17 milioni di cui sopra) alle Asl come già individuato nel decreto commissariale n.55 del 2016 (riparto del Fondo sanitario, liquidazione avvenuta dopo l’espletamento di tutta la fase di programmazione condivisa con le suddette Asl.
Il programma elaborato nel decreto n. 38 del primo giugno 2016, rappresenta un vero e proprio Piano sanitario in cui vengono descritte le misure intraprese e da intraprendere, fissandone gli obiettivi e definendone i tempi di attuazione, in considerazione dello stanziamento di risorse finanziarie definito a livello centrale, vincolate al raggiungimento di specifici obiettivi.
Le risorse
Le risorse - 17 milioni della prima tranche cui dovrebbe fare seguito un’altra fetta di 16 fino al tetto dei 33 previsti - sono state ripartite per i vari obiettivi e suddivise alle quattro Asl interessate per quota capitaria. Tali risorse comprenderanno oltre che l’implementazione dei Programmi specifici, anche il finanziamento delle prestazioni non previste nei Lea (e da intendersi come un potenziamento dei Lea nei 90 comuni di Terra dei fuochi, come abbassamento dell’età di screening per la popolazione individuata e l’assenza di ticket sanitari per tali prestazioni (come indicato nella legge 6 del 2016).
Gli obiettivi
Gli obiettivi e le azioni programmate nel documento vanno intese come da attuare prioritariamente nei territori dei 90 comuni identificati nell’ambito territoriale delle Asl Napoli 2 nord, Napoli 3 sud e Caserta, rendendosi necessario intervenire anche nelle aree dei Comuni di Caserta e di Napoli (Asl Napoli1 Centro per i Distretti Saitari 25,26,28,30 e 32), interessate da fenomeni di inquinamento ambientale.
Per i territori individuati, molte azioni rappresentano azioni di rafforzamento di programmi ricompresi nel Piano della prevenzione regionale, in particolare le attività previste per gli Stili di vita e Prevenzione primaria, per le quali verranno utilizzati i medesimi indicatori di monitoraggio specifici per ogni linea di attività. Attività da interconnettere con il nascente Piano oncologico regionale (decreto n. 98/2016).
La rete oncologica
Su questo fronte intanto, muove i primi passi la nuova rete assistenziale con la costituzione, per delibera aziendale, dei Centri oncologici di riferimento regionali (Corp) nelle principali aziende ospedaliere e universitarie (Moscati di Avellino, Cardarelli e Monaldi laddove Federico II ed ex Sun affiancheranno il Pascale anche nelle funzioni di ricerca). In pista anche i primi Gom (Gruppi oncologici multisciplinari) formati da un medico, un chirurgo e un radioterapista che dovranno prendere in carico i pazienti affiancandoli in tutte le fasi della malattia. Proprio ieri, per coordinare le azioni e superare divisioni e personalismi, si sono riuniti alla Federico II gli oncologi della Campania. “La novità – spiega il professor Alfredo Marinelli – è un finanziamento sui progetti obiettivo del ministero per l’oncologia, di circa 60 milioni di euro e la possibilità di rendere immediata ed omogenea sul territorio regionale la disponibilità di nuovi farmaci autorizzati dall’Aifa, per la cura dei pazienti oncologici”.
Accordo tra Asl Na 3 sud e Pascale
In pista anche la convenzione tra Asl Napoli 3 Sud e Fondazione Pascale. L’accordo sottoscritto dai direttori generali dell’Asl Napoli 3 Sud Antonietta Costantini e dell’Istituto Nazionale dei Tumori Fondazione Pascale di Napoli Attilio Bianchi, ha ad oggetto le attività clinico scientifiche del terzo livello di screening delle neoplasie del colon retto. La stessa convenzione prevede anche l’istituzione di un Gruppo oncologico multidisciplinare (Gom) interaziendale finalizzato allo svolgimento dei protocolli diagnostico terapeutici (Pdta) relativi alla stessa patologia.
In particolare il Gom (Gruppi oncologici multisciplinari) dovrà in via preliminare definire in dettaglio il carico di lavoro specifico atteso per le diverse fasi del Pdta, a partire dai dati di incidenza oncologica forniti dal Registro tumori della Asl Napoli 3 Sud; definire gli standard e gli indicatori di processo e di esito delle varie fasi operative; strutturare le attività clinico-scientifiche del Pdta secondo i protocolli previsti dal decreto n. 98/2016; definire nel dettaglio, nell'ambito di una presa in carico multidisciplinare dei pazienti, le azioni che dovranno essere espletate sul territorio, a carico della Asl, e quelle invece che dovranno essere erogate dal Pascale; definire nel dettaglio i tempi con i quali queste azioni dovranno esse svolte, a partire dalla iniziale presa in carico del pazienti, sia che essa avvenga a livello territoriale sia a livello ospedaliero e lungo l'intero arco temporale in cui si snoderà il Pdta; Con la sottoscrizione della convenzione, la cui responsabilità è stata affidata dai direttori generali a Mario Fusco per l’Asl Napoli 3 Sud e a Francesco Bianco per la Fondazione Pascale, le parti si sono anche impegnate ad emanare entro 45 giorni un regolamento operativo del Gom che individui competenze e responsabilità, con i corrispondenti carichi di lavoro previsti e un dettagliato cronoprogramma operativo.
Ettore Mautone
03 gennaio 2017
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