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Diciottenne morto nel napoletano, gli esami confermano la meningite. Nessuna allerta in Campania

È stata la meningite la causa della morte del giovane di 18 anni arrivato, mercoledì sera, all’ospedale di Castellammare di Stabia, con febbre altissima. La conferma, tuttavia, non crea uno stato di allarme: l’Asl Napoli 3 precisa che non c’è nessuna emergenza in corso e che, pertanto, il piano vaccinale regionale resta invariato.

30 DIC - È morto di meningite il diociottenne di Agerola, in provincia di Napoli, che mercoledì sera è arrivato, in gravi condizioni, all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. La conferma è arrivata dalla stessa struttura sanitaria: gli esami hanno accertato la positività per "neisseria meningitidis”. A dare la notizia è stata data dall'Asl Napoli 3 Sud che, attraverso una comunicazione ufficiale, ha ricostruito i dettagli di quella terribile giornata.
 
Il diciottenne è stato trasportato, dall’ambulanza del 118 di Agerola, al pronto soccorso dell’ospedale di Castellammare di Stabia, mercoledì pomeriggio, 28 dicembre. La febbre era così alta da far sospettare, immediatamente, uno stato di grave sepsi. I medici hanno subito deciso di trasferire il giovane presso l’ospedale “Cotugno”, la struttura di riferimento in Campania per le malattie infettive. Prima che potesse essere trasportato il paziente, purtroppo, si è aggravato: a nulla sono valsi i tentativi di rianimazione.
 
Dopo la conferma che la morte del diciottenne è stata causata da meningite, il dipartimento di prevenzione Asl Napoli 3 Sud si è subito attivato per predisporre tutte le misure di sorveglianza previste in casi del genere, soprattutto per coloro che erano entrati in stretto contatto con il paziente.
 
La stessa Azienda Sanitaria assicura che non esiste una situazione di emergenza e, pertanto, non sono previste modifiche al piano di prevenzione vaccinale antimeningococcica. Attualmente il vaccino contro il meningococco C è gratuito per tutti i nuovi nati e fino all’età di 18 anni e per coloro che soffrono di patologie che deprimono il sistema immunitario e che di conseguenza espongono ad un maggior rischio di infezione.
L’attenzione resta alta e il monitoraggio continuo.

30 dicembre 2016
© Riproduzione riservata

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