Campania. Regione: “In atto campagna di menzogne sul riparto nazionale dei fondi della sanità”
Gli uffici regionali diaramata una nota per puntualizzare due questioni. In primis si ricorda che continuano ad essere applicati i pesi solo per età, con evidente penalizzazione della Campania. E si sottolinea che il risultato conseguito nel riparto 2014 non è stato frutto di una modifica strutturale dei criteri di riparto, ma è stato ottenuto solo attraverso una quota di riequilibrio “una tantum”.
23 NOV - Durissima la nota diramata dalla Regione Campania in merito al riparto nazionale dei fondi della sanità “Continua la campagna di mistificazione della realtà – si legge - in particolare da parte degli artefici del disastro salute in Campania. Ancora menzogne a fronte della rivoluzione in atto per garantire e migliorare i servizi per i cittadini”.
E in vista della riunione della Conferenza delle Regioni sul riparto nazionale dei fondi relativi alla Legge di Stabilità, sui quali non incidono i criteri da assegnare in base alle condizioni socio-economiche e al peso dell’età media dei campani, dagli uffici regionali
puntualizzano due aspetti:
►Legge 190/2014, articolo 1, comma 601: “A decorrere dall’anno 2015 i pesi sono definiti con decreto del Ministro della Salute di concerto con il Mef, previa intesa con la Conferenza delle Regioni. Qualora non venga raggiunta l’intesa entro il 30 aprile 2015, per l’anno 2015 continuano ad applicarsi i pesi di cui al primo periodo del presente comma”. Nessuna intesa è intervenuta entro il 30 aprile 2015, data di riferimento fissata dalla legge di stabilità. E pertanto
continuano ad essere applicati i pesi solo per età, con evidente penalizzazione della Campania.
►Il risultato conseguito dalla Regione Campania nel precedente riparto 2014
non è stato frutto di una modifica strutturale dei criteri di riparto, ma è stato ottenuto solo attraverso una quota di riequilibrio “una tantum”.
“La nuova Regione – conclude la nota - continua a lavorare, senza perdere nemmeno un minuto, a cominciare dalla cancellazione della vergogna delle liste d’attesa e dello scandalo dei servizi negati ai cittadini”.
23 novembre 2015
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